Pronto soccorso al collasso: Rocca affitta 350 posti letto dalla sanità privata per 22,9 milioni
La Regione Lazio guidata da Francesco Rocca affitta 350 posti letto in strutture sanitarie private, per far fronte alle sale dei pronto soccorso affollate e alle condizioni difficili in cui troppo spesso i pazienti devono attendere un posto di ricovero. Il governatore, che ha tenuto per sé la delega alla Sanità, spenderà nell'operazione da quanto emerge 22,9 milioni di euro. Una iniziativa presa d'urgenza e che sarà operativa dal 10 maggio, per risolvere almeno parzialmente la mancanza di posti letto, addirittura -750 a conti fatti nell'area metropolitana di Roma.
Il provvedimento è stato preso nell'ambito del "Progetto sperimentale di gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso”, che risponde anche alla necessità politica di dare subito un segnale di governo ai cittadini nei primi mesi di governo regionale. Da quando si effettua la visita di accettazione alle dimissioni, in un reparto per pazienti con sintomi acuti ci vogliono in media 22 ore contro le 8 raccomandate dalle linee guida nazionali. Troppe, come sottolineato ieri dallo stesso Rocca al momento di presentare il provvedimento: "Questo investimento servirà a strappare l’infame maglia nera dei tempi d’attesa nei nostri ospedali. Si tratta di una prima misura indispensabile, necessaria e in grado di decongestionare in maniera significativa la situazione".
Ma la cura scelta dal governatore, con la decisione di coinvolgere la sanità privata, non ha fatto per niente piacere ai sindacati, che chiedono più assunzioni nel pubblico e investimenti strutturali come previsto dal Pnrr, così da poter gestire più posti letto. Il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Natale Di Cola lamenta il dirigismo che ha portato a investire nuove risorse nella sanità privata, senza un confronto né una discussione. "Al problema degli spazi nei pronto soccorso si aggiungono la carenza di personale, l’organizzazione del lavoro e l’assenza di una struttura sanitaria capillare nel territorio che costringe le persone a rivolgersi principalmente ai pronto soccorso. – spiega Di Cola – Per queste ragioni è fondamentale mettere a terra i progetti dell’edilizia sanitaria finanziati con il PNRR per consegnare ai cittadini del Lazio, nel più breve tempo possibile, le case di comunità, che vanno gestite dal pubblico e con personale pubblico". Poi annuncia: "Senza un vero confronto ed azioni a sostegno della sanità pubblica saremo costretti a mobilitarci".