Professore universitario ucciso alle Saline, il killer: “Chiedo perdono, quella persona non ero io”
"È passato più di un anno, ma non mi riconosco in quello che ho fatto. Voglio chiedere perdono perché ho dato tanto dolore". Per la prima volta da quando da quando è cominciato il processo per l'omicidio del professor Dario Angeletti, Claudio Cesaris ha preso la parola. L'uomo, che deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, rischia più di vent'anni di carcere per aver ucciso Angeletti il 7 dicembre 2021 alle Saline di Tarquinia.
Nel corso dell'udienza che si è tenuta oggi, Cesaris ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee. "Quella persona non era il Claudio che è adesso, tantomeno il Claudio che per 68 anni ha avuto una vita integerrima – ha continuato – è una sofferenza immane, ho tolto la vita a una persona. La cosa mi angoscia, mi toglie il respiro, mi dà un immane dolore perché non c'è una giustificazione e ho privato la famiglia di un loro caro. Questo sarà il pensiero che mi accompagnerà, e mi accompagna, per tutto il resto della mia vita".
La sentenza per Claudio Cesaris è attesa per il 10 maggio. Il pubblico ministero ha chiesto per l'uomo ventitré anni di carcere.
"Non giustifichiamo il fatto – ha dichiarato Alessandro De Federicis, legale di Cesaris – difendiamo la persona, l'uomo e capiamo la rabbia delle parti civili per aver perso una persona cara, un nastro che purtroppo non si può riavvolgere.
Cesaris era una persona che non aveva mai avuto problemi con la giustizia, può essere considerato carnefice ma anche vittima".
Dario Angeletti è stato ucciso da Claudio Cesaris alle Saline di Viterbo il 7 dicembre 2021, con un colpo di pistola alla testa. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe ucciso il professore perché ossessionato dal rapporto che aveva con la sua ex compagna, con la quale lavorava. È emerso dalle indagini che mesi precedenti l'omicidio Cesaris aveva pedinato la sua vittima, si era informato sulla possibilità di localizzare un telefono spento e cercato quale fosse la percentuale di omicidi irrisolti. Poi si era procurato un'arma, e aveva aspettato che Angeletti uscisse dal lavoro per ucciderlo, con due colpi di pistola dietro l'orecchio destro.