Prof vince la causa, la scuola dovrà risarcirla: “Sono stata discriminata, licenziata perché trans”
La professoressa Giovanna Vivinetto, è stata licenziata dal liceo Kennedy di Roma perché è una donna transessuale. Lo ha scritto nero su bianco, pochi giorni fa, il Tribunale di Roma nella sentenza di primo grado del processo partito dopo la denuncia della docente. Lo ha annunciato la prof Vivinetto sul suo profilo Facebook, scrivendo un lungo post a riguardo.
Il licenziamento
I fatti risalgono al 2019, quando Giovanna viene assunta come docente di Lettere all'istituto paritario Kennedy di Roma. Eppure dopo appena due settimane di lavoro il suo contratto viene stracciato. Il motivo? La prof Vivinetto viene giudicata poco professionale e non in grado di svolgere il ruolo assegnato. "Mi è stato detto che il metodo d'insegnamento non andava bene, che ero indietro col programma ma anche che spiegavo troppo velocemente – ci racconta – ma poi mi sono resa conto che non era possibile giudicare una dipendente dopo così poco tempo ed ho capito che c'era dell'altro". Giovanna decide di denunciare l'istituto, convinta di essere stata discriminata in quanto donna trans. E dopo quasi quattro anni un Tribunale le ha dato ragione e il liceo Kennedy dovrà risarcirla per tutti i mesi in cui non ha lavorato fino alla fine dell'anno scolastico.
Nella sentenza si legge come il giudice abbia smentito le motivazioni portate avanti dal liceo: "Appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. […] Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale". Una gioia immensa per la docente, che oggi insegna in un'altra scuola e studia per diventare preside. "Non ci potevo credere quando mi è arrivata la notizia – ci racconta cercando di nascondere l'emozione – ho provato un grandissimo senso di liberazione, penso che questa sia stata una sentenza storica".