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Prof di religione arrestato per pedofilia: altri due bambini vittime di abusi

Per il magistrato della Procura se la diocesi avesse consegnato subito le denunce sugli abusi di minori il prof pedofilo “si sarebbe potuto fermare in tempo”. E ci sarebbero due nuovi casi di violenza sessuale.
A cura di Alessia Rabbai
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Ci sarebbero altri due casi di minorenni vittime di presunti abusi sessuali da parte di Mirko Campoli, il quarantaseienne professore di Religione all’istituto Fermi, ex responsabile dell’Azione Cattolica ragazzi nazionale e della diocesi di Tivoli, arrestato per violenza sessuale su minore. A riportarlo La Repubblica, che rendo noto appunto di altri due episodi sui quali al momento è al lavoro la Procura della Repubblica di Tivoli. Episodi emersi dalla verifica dei suoi dispositivi elettronici. Ad arrestarlo sono stati gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Tivoli, che su disposizione del giudice delle indagini preliminari lo hanno posto ai domiciliari con braccialetto elettronico.

Quattro le altre violenze contestate a Campoli

Nei confronti di Campoli sono già stati contestati quattro casi di presunti abusi su minori che avrebbe messo in atto nell'arco temporale compreso tra il 2016 e il 2021. Presunte violenze quelle di cui sarà chiamato a rispondere il professore, che si sarebbero consumate durante un campo scuola in provincia di Ancona e in una casa famiglia di Roma dedicata alle vittime di abusi. Sugli ultimi due episodi l’accusato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gli agenti della Polizia di Stato però avrebbero trovato indizi di prova sul suo smartphone e sul pc.

Per la Procura la Chiesa sapeva degli abusi e non ha detto nulla

Il procuratore di Tivoli Francesco Menditti ha dichiarato in conferenza stampa che quello in cui si è trovato a indagare è "un clima di omertà ambientale molto simile a quello mafioso". Alla Curia erano arrivate da tempo segnalazioni su Campoli, che lo aveva sollevato dal ruolo di professore di religione. Il procuratore è inoltre convinto che se la diocesi avesse consegnato le denunce sugli abusi fino al primo esposto alle forze dell’ordine risalente allo scorso 23 marzo, Campoli “si sarebbe potuto fermare in tempo”.

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