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Produttore Rai morto di legionella a Roma, l’interrogazione dei Verdi sul presunto contagio all’Umberto I

Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci. A quest’ultimo si chiede di inviare gli ispettori al policlinico Umberto I di Roma, per verificare eventuali contaminazioni da legionella.
A cura di Enrico Tata
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In merito alla morte del produttore Rai Maurizio Paffetti, il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci. A quest'ultimo si chiede di inviare gli ispettori al policlinico Umberto I di Roma, per verificare eventuali contaminazioni da legionella. Stando a quanto ricostruito, Puffetti è morto per una polmonite da legionella, ma l'ospedale romano ha smentito categoricamente che il contagio possa essere avvenuto all'interno del nosocomio.

Bonelli scrive nell'interrogazione:

Casi fatali legati al batterio della legionella si erano verificati al policlinico una ventina di anni fa, nel 2006 e nel 2007 ma evidentemente a distanza di tanto tempo il problema nel nosocomio capitolino non sembra essere stato ancora risolto.

E ancora:

Proprio tre mesi fa il segretario della Gilda Universita, Giuseppe Molinari, aveva presentato una denuncia ai Nas proprio per segnalare la presenza della legionella e della salmonella. Secondo il sindacato all’Umberto I ci sono tubature vecchissime in cui la legionella si annida e a niente servono i filtri e il cloro.

Con una nota diffusa nelle scorse settimane, la direzione dell'Umberto I ha smentito le presunte "morti accadute nel corso degli anni" a causa di legionella all'interno dell'ospedale. Si tratta, si legge ancora nel comunicato,  "è una notizia destituita di qualsiasi aggancio con la realtà, e chi si è reso responsabile della diffusione sarà perseguito nelle sede opportune".

Nel caso di Paffetti, l'Umberto I ha precisato che in merito al "paziente ricoverato presso l'ospedale per gravi e serie patologie e successivamente deceduto, i controlli effettuati all'interno dei reparti dove è stato ricoverato il paziente in questione, rientrano nel monitoraggio epidemiologico continuo e costante che l'azienda svolge per il controllo dello stato delle acque che ad oggi rispettano tutti gli standard di sicurezza previsti dalla normativa".

Al momento "non è emerso alcun dato che confermi l'avvenuto contagio all'interno delle mura ospedaliere".

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