Omicidio Willy Monteiro: da nuova testimonianza Gabriele Bianchi non lo avrebbe ucciso
"Chiederemo con forza la conferma della sentenza di primo grado". Sono le perole di Massimo Ferrandino, l'avvocato del Comune di Artena, che si è costituito parte civile nel processo per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. "Willy era un ragazzo dedito alla famiglia, al lavoro e allo sport ed è stato barbaramente ucciso dagli odierni imputati che avevano fatto della violenza e della sopraffazione il proprio stile di vita". Il ventunenne è stato massacrato di botte al centro di Colleferro nella notte tra il 5 e 6 settembre 2020.
Il processo d'Appello nei confronti dei quattro imputati inizierà il 27 aprile 2023. Sarebbe dovuto cominciare oggi, ma una nuova testimonianza di Samuele Cenciarelli, che come riporta Il Corriere della Sera, mettererebbe in discussione la posizione di Gabriele Bianchi, scagionandolo dall'accusa di aver provocato ferite mortali nel giovane. Marco e Gabriele Bianchi sono stati condannati in primo grado all'eragastolo per omicidio, mentre Mario Belleggia e Francesco Pincarelli rispettivamente a ventuno e ventitré anni di carcere per concorso in omicidio. Per l'accusa e il giudice di primo grado i fratelli Bianchi, esperti di arti marziali, hanno agito consapevoli di uccidere.
La sentenza di primo grado
I giudici della Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone hanno condannato Marco e Gabriele Bianchi al'ergastolo per omicidio, mentre per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia hanno stabilito condanne rispettivamente di ventuno e ventitré anni. Tutti e quattro sarebbero coinvolti nel pestaggio in cui ha perso la vita Willy. La richiesta avanzata dal pubblico ministero era ergastolo per i fratelli Bainchi e ventiquattro anni per gli altri due imputati. I giudici hanno disposto una provvisionale di 200mila euro per i genitori di Willy e 150mila per la sorella.
L'omicidio di Willy Monteiro Duarte
La notte in cui Willy Monteiro Duarte, ventunenne di Paliano di origini capoverdiane con la passione per la cucina, è stato ucciso, si trovava con altri coetanei in piazza nel centro del Frusinate. È stato preso di mira e massacrato di botte, perché si è messo in mezzo ad una discussione, per difendere un suo amico. Rispetto a quando accaduto la notte dell'omicidio gli avvocati difensori dei fratellli Bianchi sostengono che i testimoni che hanno raccontato la loro versione dei fatti su quanto hanno visto puntando il dito contro di loro, ossia su chi sia stato ad inveire contro il giovane a terra, non siano attendibili, perché secondo loro erano sotto l'effetto dell'alcol.