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Processo Virginia Raggi, assolta la sindaca di Roma

La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta in appello per il processo sulla nomina di Renato Marra. La procuratrice generale D’Ortona aveva chiesto 10 mesi di reclusione. Il tribunale ha assolto la prima cittadina perché “il fatto non costituisce reato”. Confermata l’assoluzione in primo grado.
A cura di Redazione Roma
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Virginia Raggi, sindaca da Roma, all'uscita della Procura dopo l'assoluzione.
Virginia Raggi, sindaca da Roma, all'uscita della Procura dopo l'assoluzione.

La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta dall'accusa di falso perché il fatto non costituisce reato. La procuratrice generale Emma D'Ortona questa mattina, durante l'arringa finale, aveva chiesto 10 mesi di reclusione per la nomina di Renato Marra. L'accusa di falso era relativa ad alcune dichiarazioni rilasciate all'Anac sulla nomina di Marra a capo dell'Ufficio direzione turismo. In primo grado la prima cittadina di Roma era già stata assolta, ma la Procura Capitolina aveva presentato ricorso e quest'oggi la Corte d'Appello capitolina ha ribadito l'assoluzione.

Di cosa era accusata Virginia Raggi

La vicenda giudiziaria era legata alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, l'ex braccio destro della sindaca, a capo della direzione Turismo del Campidoglio. I fatti risalgono all'autunno del 2016, pochi mesi dopo l'insediamento della prima cittadina. Secondo la procura, la Raggi avrebbe dichiarato il falso quando avrebbe affermato di nominato Marra in assoluta autonomia poiché, per la procuratrice generale D'Ortona, la sindaca sarebbe stata in accordo con Raffaele per la nomina del fratello Renato a capo del dipartimento Turismo. La sentenza di primo grado aveva già assolto la prima cittadina di Roma perché "il fatto non costituisce reato" accusando il giudice di "avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa". La Corte d'Appello ha confermato la sentenza di primo grado.

Le prime parole della sindaca di Roma dopo l'assoluzione

Virginia Raggi ha rilasciato queste dichiarazioni dopo l'assoluzione in appello: "Questa è una mia vittoria e del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto all'interno del MoVimento Cinque Stelle. Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenderà per queste parole, ma tanti altri almeno oggi abbiamo la decenza di tacere. Se vogliono dire o fare qualcosa realmente", ha aggiunto la Raggi, "facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città. C'è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere".

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