Pretty Solero della Love Gang condannato a 2 anni per violenze nei confronti della madre: “Sputi e pugni”
Pretty Solero, al secolo Sean Michael Loria, è uno dei membri della Love Gang 126, la crew di rapper romani di casa tra Trastevere e Monteverde, da cui vengono alcuni dei più acclamati protagonisti della musica romana dell'ultimo decennio come Franco 126 o Ketama 126. Ieri è stato condannato a due anni di carcere per maltrattamenti nei confronti della madre. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a tre anni, ma il giudice ha riconosciuto al giovane classe 1993 le attenuanti generiche. La madre di Solero ha deciso di non costituirsi parte civile e all'esterno dell'aula non sono state rilasciate dichiarazioni.
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano il Messaggero, i fatti risalgono al 20 luglio del 2024 quando la donna tenta di rientrare nella sua abitazione, dove vive anche il figlio, che però si rifiuta di aprire. Alla fine il giovane rapper cede, quando la madre torna a citofonare questa volta accompagnata dai carabinieri. All'interno l'abitazione appare devastata. A quel punto la donna non ce la fa più e decide di denunciare il figlio, raccontando come quell'escalation di scatti d'ira, soprusi e violenza andava avanti da mesi. Così Loria viene accusato di aver colpito la madre "con un pugno al fianco destro" e di aver messo in campo "continue vessazioni psicologiche e fisiche altamente mortificanti sotto il profilo morale", oltre gli insulti era arrivato a colpirla e a minacciarla dimorte. I litigi scoppiavano perché il giovane poco più che trentenne pretendeva soldi per acquistare stupefacenti, o perché in stato di alterazione indotto dal consumo di droghe.
La carriera di Pretti Solero è stata in effetti costellata di alti e bassi. Di scomparse dalle scene, di esibizioni sul palco a mala pena in grado di reggersi in piedi, e dall'uso costante di stupefacenti. Secondo il pm la situazione nell'ultimo periodo era talmente degenerata che l'imputato era "solito sputarle sul corpo, frequentemente le chiede soldi per l’acquisto della droga e in caso di rifiuto, come è avvenuto il 18 luglio 2024, la tirava per i capelli e il 20 luglio 2024 le scaraventa addosso per tre volte un casco da moto senza riuscire a colpirla per poi afferrare l’aspirapolvere e lanciarla". Dopo la condanna il giudice ne ha deciso il trasferimento in una comunità di recupero.