Presidio per Emanuela Orlandi, Pietro: “La parola segreto va fortissimo in Vaticano, voglio la verità”
"Mi basterebbe fare un passo avanti, una parola di Papa Francesco: è lui che ha chiesto l'apertura di questa inchiesta in Vaticano, vorrei che alzasse un po' la voce". Queste le richieste di Pietro Orlandi che ha convocato una manifestazione alla vigilia di quello che sarebbe stato il cinquantaseiesimo compleanno della sorella Emanuela, scomparsa da più di 40 anni, il 22 giugno 1983.
"Quello che è stato fatto fino ad ora non basta, ancora tante persone devono essere ascoltate – ribadisce – La parola segreto va fortissimo in Vaticano: fascicoli secretati, archivio segreto. Ma io voglio la verità".
Poi continua, rivolgendosi direttamente a Papa Francesco. "Dovrebbe dire: Io vi ho detto di andare avanti e ancora stiamo così? – continua – Una parola per dire stiamo facendo qualcosa, vogliamo arrivare alla verità quanto prima. Capisco che il Papa abbia altri problemi, ma perché rimanere in silenzio?"
Pietro Orlandi al presidio: "Devono ancora ascoltare "
Nel corso del presidio indetto per il pomeriggio di oggi, ha ripercorso gli ultimi anni, dall'apertura delle nuove indagini alle dichiarazioni su Papa Giovanni Paolo II. "Ho detto che usciva la sera e che non andava a benedire le case. Ma non sono parole che ho detto io. Prima avevano parlato delle uscite serale del Papa in un libro. Poi lo ha raccontato fra gli aneddoti divertenti uno dei responsabili a Castel Gandolfo. Ma io sono stato messo alla gogna. È stato pesante per l'iter verso la Commissione Parlamentare d'Inchiesta che, proprio per questo, è rimasta ferma in Senato per mesi".
L'appello: "Basta segreti"
"Faccio sempre lo stesso appello, occorre ascoltare tutte le persone che possono conoscere la verità. Il tempo non ci aiuta: alcune figure sono morte nel frattempo, poco più di un anno fa anche la pm Simona Maisto, prima titolare dell'indagine. Spero che possano essere convocate più persone possibile. Sono arrivate lettere di accusa nei confronti di alcuni, poi si è scoperto che erano false. Ma occorre approfondire per arrivare alla verità". Nel corso del presidio ha risposto alle domande dei presenti, arrivati da tutta Italia per far sentire la propria vicinanza alla famiglia di Emanuela.