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Presidio alla Regione Lazio, Pd chiede dimissioni di De Angelis dopo frasi su strage di Bologna

Sit in del Pd per chiedere le dimissioni di Marcello De Angelis. “Le scuse non bastano”, si legge in una nota firmata dai segretari del Pd Roma e Pd Lazio, Enzo Foschi e Daniele Leodori, e dal capogruppo regionale Mario Ciarla.
A cura di Enrico Tata
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Presidio dei militanti e dei dirigenti del Partito democratico davanti alla sede della Regione Lazio per chiedere le dimissioni di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale in Regione. "Le scuse non bastano", si legge in una nota firmata dai segretari del Pd Roma e Pd Lazio, Enzo Foschi e Daniele Leodori, e dal capogruppo regionale Mario Ciarla. "De Angelis, per il ruolo che riveste, sa bene quanto contino le parole. Le sue sono inaccettabili, come il tentativo di riscrivere la storia con post social di bassa lega.Si svolga presto il consiglio regionale straordinario richiesto dal Gruppo PD in Regione, Rocca prenda atto dell’inadeguatezza del suo collaboratore e gli revochi l’incarico. De Angelis non può rappresentare i cittadini della Regione Lazio", si legge ancora nella nota.

Le affermazioni di De Angelis, ha spiegato Foschi, "sono di una gravità inaudita e ricordiamo che lui non è un passante ma è il portavoce della Regione Lazio e ricopre un ruolo istituzionale. Ci vergogniamo di essere rappresentati da un'istituzione che non è in grado di capire la gravità delle affermazioni che sono state fatte". E ancora: "Il silenzio della premier Meloni lo valuto per quello che significa: la presidente nella sua dichiarazione non ha detto che la strage di Bologna era di matrice fascista. Il suo silenzio e la sua ambiguità dimostrano che il rischio di un governo che voglia riscrivere la storia d'Italia, bypassando la certezza delle sentenze passante in giudicato, è grande".

"Non accettiamo revisionismi storici, soprattutto da chi lavora e rappresenta le istituzioni. E crediamo che le scuse, tardive e rivolte più alla destra che ai familiari delle vittime, non possano essere il punto finale della questione", ha dichiarato invece Leodori.

In un post pubblicato su Facebook, Marcello De Angelis si è detto certo della non colpevolezza di ‘Giusva' Fioravanti e Francesca Mambro, condannati in via definitiva per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. "So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini.Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”", ha scritto De Angelis su Facebook.

Ieri il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha detto che De Angelis resterà al suo posto: "L'ho incontrato ieri, in tarda serata, e dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto, ho deciso di non revocargli la fiducia. So bene che, quanto affermato da lui nei giorni scorsi in relazione alla strage di Bologna, ha offeso e turbato molti ma il suo è stato un errore dettato da un forte coinvolgimento personale e affettivo a tragiche vicende che, tutt'oggi, animano la coscienza e il dibattito politico nazionale. Il mio primo pensiero, in questi giorni, è andato ai familiari delle vittime di Bologna e a quanto una parola sbagliata possa riaprire ferite mai rimarginate".

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