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Assunta come commessa in profumeria, rinuncia: “450 euro per un full time, metà delle ore a nero”

Fanpage.it dà voce a chi cerca lavoro ed è costretto a non accettarlo, perché dietro c’è lo sfruttamento. Catia, studentessa in cerca di un part-time viene assunta, ma poi scopre che il part time è solo parte del lavoro: “450 euro per un tempo pieno, metà delle ore a nero”.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio (Getty Images)
Immagine di repertorio (Getty Images)

Catia è una studentessa universitaria di venticinque anni e cercava un lavoro part-time da affiancare alle lezioni di Storia dell'Arte alla Sapienza di Roma. Suo zio, che abita in zona Battistini, le aveva segnalato che una profumeria di una nota catena del quartiere cercava una commessa, così Catia, amante del mondo del beauty, pur non avendo avuto esperienze pregresse nel settore ma molto determinata ad imparare, ha deciso di portare il curriculum nella speranza di mettere da parte qualche soldo per pagare parte degli studi e togliersi qualche sfizio. Fanpage.it dà voce alle storie di persone in cerca di lavoro che si sono trovate costrette a rinunciare, perché dietro alle proposte c'era uno sfruttamento.

"Abito in provincia di Roma, lavorare in città per me sarebbe stato un sacrificio perché avrei dovuto fare la pendolare ma sarei stata disposta, perché comunque frequentavo anche le lezioni all'università. I miei zii che abitano a Battistini a poca distanza dalla profumeria si sono offerti di farmi stare da loro, così non avrei dovuto viaggiare e mi sarei potuta dedicare con più tranquillità allo studio e al lavoro part-time nel caso in cui mi avessero presa".

"Un full time da 450 euro al mese"

Sostenuto il colloquio, a distanza di qualche giorno a Catia è arrivata la chiamata dal negozio, con la notizia che l'avevano selezionata. "La proposta prevedeva un contratto di apprendistato part-time da 450 euro al mese. Ero contenta pensando al fatto che lavorando poche ore a settimana senza togliere troppo tempo allo studio sarei riuscita a mettermi da parte qualche soldo".

Poi la doccia gelida e la delusione: "Mi hanno detto considera però che non sarà mai un part-time vero e proprio, perché sarebbero comunque otto ore al giorno anche se sulla carta ce ne sono scritte quattro – spiega Catia – Abbiamo bisogno di una copertura più ampia, ma questo stipendio ti possiamo dare. Ti chiediamo di tenerti disponibile anche nei festivi, perché potrebbe servirci un potenziamento nei fine settimana e soprattutto nei periodi delle festività come Pasqua e Natale".

"Non permetto a nessuno di farmi sfruttare in questo modo"

Catia non credeva a quanto le stessero proponendo: "Sinceramente sono rimasta sbalordita di fronte a tanta disonestà. Pensavo, date le esperienze raccontate da alcune mie amiche, che vista la richiesta di ore lavorate in più non previste dal contratto mi avessero comunque assicurato straordinari "fuori busta" anche se so che è sbagliato, ma da parte del responsabile non c'è stato neanche quello.

Quando ho capito che mi sarei dovuta trasferire in un'altra città, allontanarmi dai miei genitori e amici, cambiare vita, fare dei sacrifici per 450 euro al mese per un full time con il rischio di passare anche le domeniche in negozio togliendo inoltre tempo prezioso e non calcolato ai miei studi mi sono detta: non permetto a nessuno di farmi sfruttare in questo modo. Per questo ho ringraziato e gentilmente rifiutato l'offerta.

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