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Prende a pugni l’arbitro dopo l’espulsione: 16enne può rientrare in campo, ma va a processo

Ha protestato contro un cartellino rosso e ha aggredito l’arbitro: così un calciatore 16enne si è guadagnato una squalifica a due anni. Ora può rientrare in campo, ma per lui scatta il processo.
A cura di Beatrice Tominic
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Ha protestato dopo un cartellino rosso e ha aggredito l'arbitro in campo. È successo durante una partita del Campionato under 15 disputata allo stadio di Anagni contro il Ceccano Academy. Il calciatore, un ragazzo di 16 anni, era appena stato espulso per proteste contro un rigore che permesso la realizzazione del goal decisivo quando ha iniziato a picchiare l'arbitro, un ventunenne di Cassino. Nei suoi confronti è scattata la squalifica a due anni, oggi ridotta, ma dovrà rispondere di quanto accaduto in tribunale.

L'aggressione in campo

I fatti, come racconta l'edizione locale de il Messaggero, si sono svolti il 3 aprile del 2022. Le proteste, con la successiva espulsione dal campo, sono avvenute dopo aver concesso un rigore alla squadra avversaria. Negli spalti la decisione dell'arbitro non ha provocato alcuna reazione. La difficoltà, invece, è stata in campo dove il giocatore sedicenne si è avvicinato all'arbitro, ha iniziato ad inveire contro di lui fino ad arrivare ai primi spintoni. Poi gli si è scagliato contro, prendendolo a pugni sulla schiena fino a quando non è stato fermato da alcuni operatori che si trovavano in panchina.

L'arbitro ventunenne è stato costretto a trasferirsi verso il vicino pronto soccorso dove le lesioni riportate, una alla spalla e una al bicipite femorale di sinistra, sono state valutate con dieci giorni di prognosi. Dopo essersi ripreso, è scattata la denuncia per lesioni personali a carico del sedicenne.

La squalifica e la riduzione della pena

A seguito di quanto accaduto, il ragazzo è stato squalificato fino alla fine del 2024 (ed è stata sancita la sconfitta a tavolino per la sua squadra). Una volta presentato ricorso dalla società sportiva, la squalifica era stata ridotta fino a fine 2023: ora potrà tornare a giocare, ma si troverà anche a processo. Il sedicenne, insieme all'avvocato designato dai genitori, in quanto minorenne, dovrà difendersi in aula. "Si trattava del goal decisivo, io l'ho solo strattonato", sembra si sia difeso il giovane calciatore. Nel frattempo è atteso l'incontro con il magistrato questa settimana.

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