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Precipita nell’ascensore del palazzo occupato: non sarebbe un suicidio, si indaga per omicidio

Una settimana dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un uomo in fondo alla tromba della scala in un palazzo occupato in zona Tor Cervara, le indagini hanno avuto una svolta: il 42enne non sarebbe precipitato per un incidente e non si sarebbe gettato nel vuoto volontariamente, ma sarebbe stato ucciso e in un secondo momento scaraventato nel vuoto.
A cura di Redazione Roma
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Una settimana fa il ritrovamento del corpo sul fondo della tromba dell'ascensore in un palazzo occupato, oggi la notizia che la Procura indaga per omicidio e non più per suicidio. Il corpo del 42enne di nazionalità georgiana è stato trovato senza vita in uno stabile occupato in via Cesare Tallone all'incrocio con via Raffaele Costi, nella zona di Tor Cervara alla periferia Est di Roma al ridosso del Grande Raccordo Anulare. In un primo momento sembrava essere stato un gesto volontario o un incidente.

La svolta dell'inchiesta dopo l'autopsia

L'autopsia invece – come raccontato oggi sulle pagine del Corriere della Sera – ha fatto emergere come la morte sarebbe sopraggiunta prima che l'uomo fosse gettato nel vuoto, così da far cambiare il reato su cui indaga (per ora contro ignoti) piazzale Clodio: diverse le lesioni sul corpo che sarebbero compatibili con quelle provocate da una morte violenta più che con quelle dell'impatto con il cemento.

Le indagini: si lavora alla ricostruzione degli incontri della vittima

Le indagini sono portate avanti dai carabinieri della compagnia Casilina, che stanno tentando di ricostruire cosa sia accaduto nel palazzo occupato, uno dei tanti stabili vuoti della zona che vengono occupati da senza casa, per lo più richiedenti asilo e migranti senza fissa dimora. I militari stanno tentando di ricostruire le ultime ore di vita del 42enne, già noto alle forze dell'ordine con numerosi precedenti. L'ipotesi è che qualcuno che la vittima aveva incontrato nel palazzo abbandonato, lo abbia aggredito per qualche conto in sospeso o al culmine di una lite, e poi si sia liberato del corpo gettandolo nella tromba dell'ascensore dello stabile.

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