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Precari della cultura interrompono gli Stati Generali del Mondo del Lavoro: “Oggi parliamo noi”

Lavoratori e lavoratrici della cultura e dello spettacolo hanno interrotto gli Stati Generali del Mondo del Lavoro. “Chiediamo il salario minimo e tutele”.
A cura di Alessia Rabbai
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Precari della cultura
Precari della cultura

"Avete dimenticato di coinvolgerci in queste giornate, anche se di fatto quello di cui discuterete riguarda noi, il nostro lavoro, la nostra vita e il nostro futuro". È la protesta dei lavori e delle lavotratrici della cultura e dello spettacolo delle reti ‘Autorganizzat_ Spettacolo Roma' e ‘Mi Riconosci?', che chiedono al Governo di essere ascoltati. Stamattina hanno fatto un blitz all'apertura degli Stati Generali del Mondo del lavoro nella Cultura, un incontro sul mecenatismo e il rilancio della Cultura. Un'azione per rivendicare tutele, contratti e salari dignitosi, reddito di continuità, riforma dei ccnl nel settore, all'interno della campagna ‘ComeMinimo'. Archeologhe, archiviste, attori, attrici, bibliotecari, maestranze, sarte teatrali, storici, storiche dell'arte sono in stato d'agitazione contro la precarità del settore.

Salari bassi

I lavoratori e le lavoratrici della cultura e dello spettacolo protestano contro i salari bassi, che spesso portano li obbligano a cercare un secondo impiego per arrivare a fine mese: "Se si considerano i periodi di disoccupazione fra un contratto e l'altro, la formazione non retribuita e la larga diffusione di lavoro nero, si dipinge un quadro sconfortante in cui troppi di noi sono costretti a fare un doppio lavoro per sopravvivere". I precari hanno denunciato una condizione di sfruttamento anche a causa del risparmio e delle esternalizzazioni, con bandi di gara al ribasso e senza prospettive di assunzione.

Precari senza diritti

Una condizione lavorativa quella dei precari della cultura e spettacolo, che molto spesso li vede senza tutele: "Si verificano spesso situazioni in cui si deroga ad ogni tipo di regola di sicurezza sia sanitaria che normativa con conseguenze tragiche: lavoratrici e i lavoratori che si vedono negare diritti fondamentali come indennità per malattia, maternità o rischio costante per la propria incolumità o la propria vita". E concludono: "Non esisterà mai ‘Cultura' senza una reale e giusta Cultura dei diritti e del lavoro".

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