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Povertà alimentare, a rischio il 22,3% degli abitanti del Lazio: 500mila famiglie mangiano meno e peggio

Il 22,3% delle famiglie della regione Lazio si trovano sulla soglia di povertà alimentare. Aumentano i prezzi degli alimenti, anche al discount: come riporta Cgil, sono a rischio 500mila famiglia.
A cura di Beatrice Tominic
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Spesa troppo cara, anche al discount: i prezzi sono troppi alti e le famiglie economicamente più instabili sono costrette ad effettuare tagli sia sulla quantità che sulla qualità dei beni alimentari. Le famiglie a rischio sono circa 500mila, che rappresentano circa il 22,3%  degli abitanti del Lazio, in linea con il dato nazionale. Secondo le stime di Cgil, che ha incrociato i dati di Federconsumatori con quelli di Istat, sono circa un milione e 200mila le persone a rischio: nella maggior parte dei casi, sono nuclei familiari con un unico componente.

Si tratta di famiglie con un Isee compreso fra zero e 10mila euro, ma il dato potrebbe essere anche più elevato: ci sono tante famiglie che non presentano Isee, non tracciate, che potrebbero rientrare comunque nelle fasce economicamente più fragili della popolazione.

Comprare cibo costa di più anche al discount

Come anticipato, i prezzi sono aumentati in qualsiasi punto vendita. Chi ha notato un aumento in supermercati e ipermercati ha potuto spostarsi nei discount. Chi già in passato era solito fare la spesa nei discount, sta pagando il prezzo peggiore: i discount hanno registrato la più alta variazione del valore delle vendite con un +9,4%. È per questo che le famiglie più povere stanno effettuando le rinunce maggiori. Oltre a privarsi di alimenti più costosi, come carne, pesce, ma anche frutta e verdura fresche, si evidenzia l'aumento di scatolame, anche di bassa qualità.

I dati raccolti e analizzati: l'aumento

Come afferma Istat, nei primi 6 mesi del 2023, le vendite dei beni alimentari hanno visto il loro valore aumentare anche del 7,3%. Nel frattempo, però, si è registrato un calo delle quantità vendute. In parole povere si è acquistato di meno, ma speso di più.

Soltanto cinque municipi presentano punti vendita sufficienti per garantire la presenza di beni alimentari sani e convenienti per tutti e tutte: sono il I, il II, il VII, il XII e il XV municipio. Troppo spesso, invece, la presenza dei punti vendita risponde a logiche di mercato, con un conseguente impatto negativo su quello che, invece, è un diritto fondamentale delle persone e sulla loro salute.

"Mangiare e mangiare bene rappresentano una sfida quotidiana nella capitale e nel Lazio – ha commentato il segretario generale della Cgil Lazio Natale Di Cola – Servono politiche di contrasto alla povertà: più che un paradosso è la dimostrazione più brutale sulle disuguaglianze economiche e sociali, su cui tutte le istituzioni devono fare di più, rimediando anche alle scelte sbagliate prese dal Governo.".

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