Positivi alla festa in discoteca, ragazzi in fila per tampone: “Controlli c’erano ma eravamo troppi”
"Prima di entrare al Malaspina di Anguillara Sabazia il personale ci ha detto tutte le raccomandazioni, di tenere la mascherina e il distanziamento, però poi eravamo troppi, anche al bar a prendere il drink e poi ballando, non è semplice mantenere le distanze" a raccontare come si è svolta la serata nella discoteca alle porte di Roma in cui c'erano anche due ragazzi positivi che a stamattina conta undici contagi accertati è A. 20 anni, una delle decine di ragazzi che nei giorni scorsi si sono recati all'ospedale Padre Pio di Bracciano per il tampone. Sta aspettando l'esito del test, seduta su un marciapiede insieme a sua sorella che l'ha accompagnata, è tranquilla, altri suoi coetanei sono in piedi, c'è chi passeggia in preda all'ansia, chi chiacchiera animatamente, alcuni giovani, tra i 20 e i 25 anni se ne stanno in disparte in silenzio, facendosi corraggio l'uno con l'altro. Una serata normale, trascorsa con gli amici, spiega un altro ragazzo "il locale è all'aperto, è abbastanza grande, ci sentivamo tranquilli". La Asl Roma 4 ha terminato con ieri le tre giornate di tamponi, ora si attendono i risultati degli esami delle persone entrate in contatto con i positivi.
Il gestore: "Non è colpa dei locali"
"Credo che la reazione sia stata fin troppo esagerata – spiega una Pr del locale – i controlli, c'erano, hanno disinfettato tutto". In fila per il tampone c'è anche uno dei gestori del Malaspina: "Abbiamo fatto rispettare quella che è la normativa attuale, messo a disposizione mascherine, gel igienizzante all'ingresso e misurato la temperatura corporea ai clienti. Su 3mila e 500 metri di locale c'erano quattrocento persone". E ha aggiunto parlando con Fanpage: "Se entra un ragazzo asintomatico dalla Sardegna che entra in un locale e il giorno dopo manifesta sintomi riconducibili al coronavirus, fa il tampone e risulta positivo, la responsabilità non è del gestore del locale". Tampone negativo, la giovane ci saluta e spiega che non è giusto dare la colpa ai giovani: "Ci dicono che siamo degli sconsiderati, sicuramente avendo vissuto questa esperienza ora ci sarà più consapevolezza consapevolezza".
Ha collaborato Wendy Elliot