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Porta la moglie morta in ospedale: Camilli resta in carcere, per il gip è “violento e pericoloso”

Giulio Camilli, indagato per l’omicidio aggravato di sua moglie Rosa D’Ascenzo, resta in carcere. Il gip ha convalidato l’arresto.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Tivoli ha convalidato la misura di custodia cautelare in carcere per Giulio Camilli, il settantatreenne indagato per l'omicidio aggravato della moglie Rosa D'Ascenzo a Sant'Oreste, in provincia di Roma il primo gennaio del 2024. Oggi si è svolta l'udienza di convalida nel corso della quale Camilli, assistito dal suo avvocato difensore, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice.

Non ha riposto neanche ieri ai quesiti del pubblico ministero. Camilli è stato fermato martedì scorso 2 gennaio, la sera prima aveva raggiunto in auto l'ospedale di Civita Castellana in provincia di Viterbo, portando con sé il cadavere di sua moglie. La sua versione è che la donna ha avuto un malore a causa del quale è inavvertitamente "caduta dalle scale". Ma i medici che hanno esaminato le ferite alla testa le ritengono incompatibili con il racconto del marito e hanno chiamato i carabinieri.

La difesa di Camilli ha chiesto accertamenti sulla condizione psicologica dell'indagato e ha presentato al giudice una certificazione dell'ospedale
Sant'Andrea del 7 ottobre 2020, che diagnostica una patologia di per sé non rilevante al fine di stabilire la capacità di intendere e volere. Inoltre secondo quanto sostiene la difesa Camilli in passato avrebbe sofferto di psicosi, ma non sarebbero stati fatti accertamenti scientifici. Ora spetta alla Procura approfondire.

Per la Procura Camilli mente sulla morte della moglie

Il giudice delle indagini preliminari, fa sapere la Procura al termine dell'interrogatorio di convalida, ha accolto l'imputazione provvisoria di
omicidio aggravato, configurabile come femminicidio, con il quale si intende l'uccisione di una donna per motivi di genere, e il quadro indiziario ricostruito finora. Per il giudice Camilli è "un uomo violento e pericoloso, che vietava alla moglie di uscire di casa". Interrogato dal giudice Camilli ha spiegato di "non ricordare nulla", neanche i suoi dati anagrafici per un forte mal di testa e di non riuscire a firmare il verbale, che ha poi firmato, incoraggiato dal suo avvocato.

Gli inquirenti sono convinti che la ricostruzione dei fatti che hanno portato alla morte della moglie fornita da Camilli ai sanitari e alla polizia giudiziaria è falsa, perché come già scritto sopra "del tutto incompatibile con le ferite presenti su tutto il corpo della donna e dalle testimonianze raccolte". Camilli secondo quanto ricostruito finora era l'unica persona presente in casa al momento dei fatti e quando sua moglie è morta. Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Bracciano coordinati dalla Procura della Repubblica di Tivoli.

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