Pippo Franco si difende sul green pass falso: “Ho fatto il vaccino e posso dimostrarlo”
"Pippo Franco e i suoi familiari sono regolarmente vaccinati e possiamo dimostrarlo", ha dichiarato l'avvocato Benedetto Giovanni Stranieri, legale dell'attore. Secondo quanto riporta La Repubblica, la difesa avrebbe depositato un test sierologico che proverebbe l'innocenza di Franco. Sempre secondo Repubblica, Pippo Franco è convinto di essere stato incastrato ingiustamente da alcune affermazioni fatte al telefono da altri indagati.
Green pass falso a Pippo Franco, la tesi dell'accusa
Secondo l'accusa, invece, il comico, la moglie e il figlio avrebbero ottenuto un green pass falso dal dottor Alessandro Aveni. Secondo i pm il medico aveva a disposizione 120 dosi di vaccino al massimo, ma ha rilasciato 156 certificati vaccinali. Tra l'altro le indagini proverebbero che in alcuni giorni riportati sui certificati il medico non si trovava nel suo studio e sarebbe quindi stato impossibile per lui iniettare le dosi. Sotto indagine c'è anche un altro medico, che avrebbe in pratica fatto da intermediario tra il collega e i pazienti che puntavano ad avere il green pass senza vaccinarsi. "Possiamo dimostrare che tutti i miei assistiti hanno fatto regolarmente due dosi di vaccino", ha dichiarato però l'avvocato di Pippo Franco. Ai giudici del tribunale del Riesame spetterà stabilire se è vero oppure no.
Sulla vicenda si è espresso anche l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, che ha commentato in merito al dotto Aveni: "Ho richiesto alla Asl di appartenenza di avviare tutte le opportune verifiche tecniche e amministrative sul Medico di base odontoiatra coinvolto in una ipotesi di false attestazioni (green pass). Ovviamente ci auguriamo che possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, poiché in caso contrario non potrà permanere il rapporto con il Servizio sanitario regionale e sarà avviato il procedimento di sospensione con deferimento all’Ordine dei medici. Si ringraziano i Carabinieri dei NAS per la preziosa opera di indagine e la Procura di Roma. Su queste questioni non si scherza e non possiamo tollerare che, per la presunta malafede di pochi, si pregiudichi l’operato della stragrande maggioranza della categoria professionale impegnata nel contrasto alla pandemia".