Pietro Orlandi sugli audio inediti: “Le cassette delle torture su Emanuela? Cerco l’originale da anni”
Un audio avvolto nel mistero e che dopo 41 anni ancora suscita profonda angoscia e tanti punti interrogativi ascoltandolo. Stiamo parlando delle ormai famose registrazioni spuntate un mese dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi. Una prima cassetta venne recapitata all'Agenzia Ansa da parte dei presunti rapitori della giovane. Un nastro gemello è stato lasciato invece in Vaticano, sotto al colonnato di San Pietro, e prelevato dai funzionari della Santa Sede.
I due lati della cassetta
Mentre nel Lato A dell'audiocassetta si sentono delle voci maschili che chiedono la liberazione dell’attentatore del Papa Alì Agca in cambio di Emanuela Orlandi, nel Lato B, pubblicato in esclusiva da Il Fatto Quotidiano, si sente la voce di una ragazza che prova fastidio, dolore, si lamenta. La pubblicazione dell'audio arriva proprio mentre il caso sulla scomparsa di Emanuela viene indagato su ben tre fronti: la procura di Roma, quella Vaticana e anche la commissione bicamerale d'inchiesta. Tre realtà che con modi e strumenti diversi stanno indagato per cercare di risolvere un mistero lungo più di 40 anni.
La ricerca di Pietro Orlandi
Dal 2016, ovvero da quando si ritornò a parlare di questi nastri sui giornali e non solo, Pietro Orlandi, il fratello maggiore di Emanuela, è sulle tracce dell‘audiocassetta originale. "Sono ormai anni che la cerco ma senza nessun risultato, sembra svanita nel nulla", racconta a Fanpage.it il fratello della giovane scomparsa nel 1983. Pietro non ha dubbi sulla presenza della voce della sorella in quel nastro.
"Io non so se i lamenti sono di Emanuela, ma quando si sente una ragazza dire mi lasci dormire non ho dubbi: quella è la voce di mia sorella. Secondo me si tratta di un collage di vari audio e nel mezzo c'è anche una registrazione di Emanuela". Trovare la cassetta originale significherebbe quindi riuscire ad analizzarla con l'ausilio dei nuovi strumenti forniti dalla tecnologia attuale.