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Piero Terracina e l’amicizia con Sami Modiano nata nell’inferno di Auschwitz

Là dove erano stati ridotti a numero, a meno che umani, il legame stretto da due ragazzini è stata un’eroica prova di resistenza, un modo per rimanere umani, di non perdere la dignità, di non farsi svuotare l’anima e di non farsi spezzare. E insieme sono tornati proprio con i più giovani ad Auschwitz-Birkenau. Ora Sami è anche il testimone della vita e della storia dell’amico scomparso l’8 dicembre del 2019.
A cura di Valerio Renzi
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Piero Terracina e Sami Modiano
Piero Terracina e Sami Modiano

Vedere insieme Piero Terracina e Sami Modiano è stata un'emozione incredibile. Vederli abbracciarsi e stringersi le mani un privilegio. Hanno raccontato alle giovani generazioni l'orrore della Shoah e dei campi di sterminio. Piero Terracina se ne è andato l'8 dicembre del 2019, e Sami continua a coltivare anche la memoria dell'amico. Ma la testimonianza più grande è stata la loro stessa amicizia nata ad Auschwitz. Là dove erano stati ridotti a numero, a meno che umani, il legame stretto da due ragazzini è stata un'eroica prova di resistenza, un modo per rimanere umani di non perdere la dignità, di non farsi svuotare l'anima e di non farsi spezzare. E insieme sono tornati proprio con i più giovani ad Auschwitz-Birkenau.

"Un'amicizia vera, profonda, fraterna. Avevamo tutti e due bisogno di un punto di riferimento", racconterà Terracina. Sami aveva due anni in meno di Piero, ed era stato internato da Rodi con la famiglia mentre l'amico era stato rastrellato al Ghetto di Roma. Entrambi sono stati gli unici sopravvissuti delle loro famiglie. Un legame indissolubile quello tra i due giovani, che continuerà per tutta la vita.

"Oggi mi sento più sola", ha detto Liliana Segre parlando della scomparsa di Terracina. E anche Sami Modiano possiamo immaginare che si sentirà più solo. Con Terracina se ne va uno degli ultimi testimoni italiani della Shoah e uno dei più instancabili. Con l'amico è stato un militante della memoria, in grado di aprirsi ai giovani, di accogliere le loro domande e di andare dritto al cuore. Ora è il testimone anche dell'impegno e della storia di Piero Terracina. E non smetteremo mai di chiedergli di raccontarla.

"Noi eravamo schiavi, bastava che uno sbagliava qualcosa e veniva ammazzato subito. Ero un ragazzo di 13 anni. Al mattino non sapevamo se saremmo arrivati vivi alla sera. Io ho incubi, silenzi e depressioni. Poi nel 2005 ho rotto il silenzio, accompagnando i ragazzi come sto facendo con voi oggi. Ho iniziato a parlare e a raccontare e da quel momento ho continuato perché mi sono reso conto che i ragazzi capivano. E questo mi ha dato la forza". Racconta Sami rivolto ai ragazzi arrivati con il Treno della Memoria ad Auschwitz nel 2019. Ora è il testimone anche dell'impegno e della storia di Piero Terracina. E non smetteremo mai di chiedergli di raccontarla.

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