Piero Fassino e l’accusa di furto al duty free: paga il profumo e il procedimento viene archiviato
Dopo video, informative in Procura, presunte trattative e litigi con i dipendenti dell'aeroporto, per Piero Fassino si chiude la vicenda dell'accusa di furto di profumo al duty free. I fatti, che risalgono allo scorso 15 aprile, terminano con un'archiviazione da parte del gip di Civitavecchia "per condotta riparatoria", di fronte alla "particolare tenuità" dell'episodio e al fatto che Fassino fosse incensurato.
La vicenda era iniziata con il presunto furto da parte dell'ex ministro e deputato Piero Fassino di un profumo Chanel di 130 euro, prima di un volo per Bruxelles. "Ero distratto, ho risposto al telefono e l'ho appoggiato in una tasca perché non ho ancora una terza mano", si è sempre difeso. I video di sorveglianza inviati in procura, così come le testimonianze dei lavoratori dello store, finiti agli atti, l'avrebbero, però, presto smentito.
Il pagamento del profumo
Così il profumo gate sarebbe finalmente giunto al termine. Dopo una presunta trattativa fra i suoi legali, che avrebbero proposto il risarcimento in cambio della querela ritirata, e la società del duty free, poi smentita proprio da questi ultimi, è arrivata l'archiviazione. La difesa di Fassino ha ribadito ancora che l'assistito era pronto a risarcire il danno con una somma vicina ai 500 euro. E il gip ha accettato le condizioni, che hanno permesso al parlamentare di evitare un processo sul caso.
Cosa è successo: il presunto furto e i precedenti
Il presunto furto era avvenuto prima di un volo per Bruxelles. Fassino avrebbe preso il profumo per regalarlo alla moglie e, inavvertitamente, la confezione sarebbe finita appoggiata sulla sua tasca. Un caso, un episodio isolato, un gesto distratto quello descritto dal deputato che, invece, per il personale del duty free sarebbe l'ennesimo tentativo di furto. Lo stesso Fassino, secondo quanto raccontato dai lavoratori, si sarebbe trovato protagonista di due episodi simili. Portava via (o provava a farlo) lo stesso prodotto in circostanze simili.
"Non è stata la prima volta, lo aveva già fatto la settimana precedente", hanno spiegato i dipendenti. "Ancora?", sarebbe stato il commento di alcuni addetti al duty free, così sgradito a Fassino da iniziare un lite col personale. Ciò che conta, però, è che per quanto riguarda questo episodio, l'unico finito in Procura, sia finalmente stata raggiunta una fine.