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Picchia la moglie e i figli piccoli, vicino di casa corre in aiuto e lo chiude in auto: arrestato

L’uomo già da tempo era violento con la moglie e la figlia di dodici anni, che cercava senza successo di difendere la madre. Il vicino è intervenuto quando ha sentito l’ennesima aggressione, e ha aiutato la donna e i bimbi a fuggire.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di aver picchiato la moglie per l'ennesima volta. Una vicenda orribile, che si è conclusa grazie all'intervento del vicino di casa, che prima ha bloccato il violento, e poi lo ha chiuso nella sua auto, impedendogli di uscire. Nel frattempo la donna e i suoi due figli hanno fatto le valigie e sono scappati, lasciando l'abitazione.

I fatti, riportati da Il Messaggero, sono avvenuti a Morolo, in provincia di Frosinone. Non era la prima volta che la donna veniva picchiata dal marito, un uomo violento che in diverse occasioni aveva colpito pure la figlia di dodici anni, che provava a difendere la mamma, lanciandole contro degli oggetti e una volta anche il tavolo. La donna aveva provato a fuggire, ma ogni volta era stata raggiunta dall'uomo, che con la violenza l'aveva riportata indietro. In un'occasione era andata da alcuni amici in Campania: lui si era presentato alla porta di casa e l'aveva trascinata via con la forza, impedendole di rimanere. Un vero e proprio incubo dal quale non riusciva a uscire. Fino all'altra sera, quando è intervenuto il vicino, dandole il tempo di fuggire.

Quando l'uomo ha sentito le urla provenire dall'abitazione è uscito immediatamente di casa ed è andato dalla donna. Ha bloccato il marito e non con poca difficoltà lo ha spinto verso la sua auto, spingendolo dentro e chiudendolo all'interno con le chiavi. Poi ha chiamato i carabinieri, che intervenuti sul posto hanno arrestato l'uomo, portandolo in caserma.

Tramite il suo legale, l'uomo ha chiesto i domiciliari e l'applicazione del braccialetto elettronico. Ma il giudice lo ha ritenuto un soggetto altamente pericoloso, e ha disposto la permanenza in carcere, di modo che non potesse nuocere più alla madre e ai bambini.

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