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Picchia e minaccia di morte l’ex compagna: “O mia o di nessun altro”

L’ultimo episodio: il 35enne si appostato in auto nelle vicinanze del portone di casa e non appena la donna è uscita dal palazzo, è sceso dalla macchina e si è avvicinato minacciosamente a lei. Le grida della vittima hanno attirato l’attenzione di una pattuglia di carabinieri della stazione di Ponte Milvio.
A cura di Enrico Tata
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"O mia o di nessun altro", l'ha minacciata. E poi botte e schiaffi, tanto che la donna ha presentato una prima denuncia, poi ritirata. Confidando che questo sarebbe riuscito a calmarlo, ha anche acconsentito a farlo rimanere nell'abitazione che condividevano, nonostante la relazione fosse ormai al capolinea.

Questo, evidentemente, non è bastato perché l'uomo, riporta il Messaggero, si è ripresentato sotto la sua abitazione per aggredirla. Solo l'intervento di una pattuglia di carabinieri ha salvato la donna da una nuova violenza. Lei ha ancora una volta cercato di minimizzare i fatti, ma per fortuna, nonostante il ritiro della denuncia di qualche settimana prima, le indagini e i provvedimenti giudiziari sono andati avanti.

Il gip ha accolto la richiesta dei pm di notificare all'uomo, un 35enne, la misura del divieto assoluto di avvicinamento all'ex e ai luoghi da lei frequentati. Come detto, nonostante la fine della relazione tra i due, lui ha continuato a minacciare, perseguitare e picchiare la ragazza.

L'ultimo episodio: il 35enne si appostato in auto nelle vicinanze del portone di casa e non appena la donna è uscita dal palazzo, è sceso dalla macchina e si è avvicinato minacciosamente a lei. Le grida della vittima hanno attirato l'attenzione di una pattuglia di carabinieri della stazione di Ponte Milvio in servizio a Roma nell'area del tribunale. Sul volto della donna sono stati riscontrati ematomi ed escoriazioni, provocati certamente dalle percosse inferte dall'ex.

Come detto, la donna ha ritirato la denuncia per lesioni. Ma all'uomo viene contestata la violazione del divieto di avvicinamento disposta dai magistrati e probabilmente verrà chiesto l'aggravamento della misura cautelare. Potrebbe finire ai domiciliari o addirittura in carcere.

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