Peste suina, la Regione Lazio dà il via libera agli abbattimenti dei cinghiali
C'è la probabilità che altre due carcasse di cinghiale risultino infettate dal virus della pesta suina africana. Ad annunciarlo l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato nel bollettino quotidiano sull'andamento dei contagi da Covid-19. "Dai primi riscontri sulle analisi dei prelievi svolti sui cinghiali emergono con alta probabilità altri due casi di positività su sedici campioni prelevati" spiega l'assessore. Casi che, qualora confermati, "sono riferiti alla stessa area del caso zero" e dunque al quadrante Nord della Capitale nel quale si estende la Riserva naturale dell'Insugherata. I campioni individuati verranno inviati all'Istituto Zooprofilattico di Perugia, al quale spetta di darne conferma definitiva. "Abbiamo chiesto al Ministero di assegnare anche i test di conferma all'Isitituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana per ridurre i tempi degli esiti" aggiunge D'Amato. La peste suina africana, lo ricordiamo, può infettare sia maiali che cinghiali, è molto contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è trasmissibile all'uomo. La Regione Lazio nel frattempo ha dato il via agli abbattimenti dei cinghiali. Ad annunciarlo al Tg3 regionale del Lazio il capo di gabinetto della giunta di Nicola Zingaretti Andrea Napoletano.
Le misure introdotte con l'ordinanza della Regione Lazio
D'Amato ha chiarito che proseguono le misure introdotte con l'ordinanza della Regione Lazio, che dispone diversi provvedimenti con l'obiettivo di contenere l'emergenza sanitaria. Tra le misure c'è il divieto di picnic e assembramenti all'interno della cosiddetta zona infetta' un'area di circa 65 chilometri quadrati che si estende dalla Circonvallazione Clodia a via Cirpo e a via Baldo degli Ubaldi, nei pressi di San Pietro. La zona provvisoria, i cui parchi e aree verdi devono essere segnalati da un'apposita segnaletica che ne dichiari l'appartenenza, è particolarmente attenzionata. Tra gli altri provvedimenti c'è quello di installare barriere intorno ai cassonetti. Una misura già attivata con il progetto sul quale lavorano da mesi le istituzioni per far fronte al contenimento del numero di esemplari presenti in città insieme alla pulizia delle strade. E c'è chi, come il presidente del XV Municipio Daniele Torquati spiega che "le gabbie intorno ai bidoni non bastano ora che siamo in emergenza sanitaria, servono le catture".