Peste suina, come prosegue l’abbattimento dei cinghiali nel Lazio: catturati più di 550 esemplari
Prosegue in questi mesi l'abbattimento dei cinghiali nella regione Lazio per cercare di arginare la peste suina africana che ha colpito gli ungulati nel quadrante nord ovest della città di Roma e la zona di Rieti. A seguito dell'emergenza peste suina nel Lazio, è stata approvata ieri una delibera per sostenere le attività delle ATC, cioè Ambiti Territoriali di Caccia, ma anche per la gestione e il controllo della Peste Suina Africana nell’ambito dei piani di caccia, di selezione e delle operazioni di controllo del cinghiale.
Nel frattempo, a partire dallo scorso mese di giugno, nella regione Lazio sono stati catturati oltre 550 cinghiali nei territori delle province più a nord. Le operazioni per l'abbattimento, come aveva comunicato l'assessore alla Salute Alessio D'Amato, è partito a metà del mese scorso. In quella romana sono stati catturati i cinghiali nella zona rossa del Parco di Veio e nel parco di Bracciano, 36 nel primo e 57 nel secondo. In provincia di Rieti, nella Riserva Laghi Lungo Ripasottile ne sono stati catturati 129 e in quella di Viterbo, nell'area del Monumento Naturale Pian Sant'Angelo, altri 56. All'esterno delle aree protette, infine, si contano 275 animali catturati: rispetto all'anno scorso le cifre sono triplicate nei parchi e raddoppiate nelle zone all'esterno.
La delibera a sostegno delle attività di caccia
È stata approvata ieri dalla Giunta regionale in accordo con la struttura commissariale nazionale: una delibera assegnerà specifiche risorse finanziarie per la ricerca e l'abbattimento dei cinghiali e per lo smaltimento delle loro carcasse. La proposta è arrivata dall'assessorato all'Agricoltura, in accordo con il Commissario Straordinario per la peste suina africana, Angelo Ferrari a fronte dei casi riscontrati nella regione, in particolar modo della zona di Roma Capitale.
Secondo quanto stabilisce la delibera saranno previste specifiche risorse finanziare per svolgere le attività di smaltimento delle carcasse degli esemplari abbattuti durante le battute di caccia, ma anche di selezione e di controllo degli animali. Oltre agli ATC, è previsto un rimborso forfettario ai soggetti che effettuano ricerca attiva delle carcasse coordinandosi con le forze dell'ordine o le ASL competenti e a tutti i selecontrollori iscritti all'albo, cioè cacciatori che lavorano in collaborazione con i guardiacaccia per il controllo dei cinghiali sul territorio, che partecipano alle operazioni per il controllo della peste suina africana. Un ulteriore ruolo degli ATC, infine, sarà quello di individuare le ditte autorizzate per la ricezione e lo smaltimento delle carcasse degli animali abbattuti nel corso delle operazioni: in totale, per sostenere queste spese, sono stati stanziati 250mila euro.
La richiesta di intervento del governo
A seguito di questa decisione, infine, è arrivata anche l'appello dell'assessora Enrica Onorati, assessora all'Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo: "Per la regione Lazio la situazione legata alla presenza di cinghiali nel nostro territorio è insostenibile: c'è l'urgente necessità di un serio e concreto intervento da parte del Governo – ha dichiarato – Parliamo di una emergenza che mette in discussione non solo il lavoro dei nostri agricoltori, ma anche la sicurezza dei nostri cittadini".