Peste suina africana a Roma, individuata area infetta: “Pensiamo abbattimento cinghiali”
Si tratta dell'intero quadrante a nord ovest della città di Roma: è quella l'area denominata come zona infetta provvisoria secondo le prime analisi della regione Lazio. Il territorio interessato, delimitato a nord – nord ovest dall'A90 Grande Raccordo Anulare, a sud est dal fiume Tevere, a sud da Circonvallazione Clodia, via Cipro, via di San Tommaso D’Acquino, via Arturo Labriola, via Simone Simoni, via Pietro De Cristofaro, via Baldo Degli Ubaldi e, infine, a sud ovest da via Boccea, è quello in cui si trova il Parco dell'Insugherata dove, lo scorso cinque maggio, è stato rinvenuto il primo caso a Roma dopo che la malattia ha già colpito numerosi animali, fra maiali e cinghiali, nelle regioni della Liguria e del Piemonte.
Oltre alla zona rossa, è stata individuata una seconda area detta "di attenzione", contrassegnata in rosa nella cartina allegata: in questo territorio i provvedimenti riguardano soprattutto il monitoraggio di eventuali nuovi animali colpiti.
Le misure da adottare nell'area infetta provvisoria
Come è stato più spesso ribadito nel corso degli ultimi giorni, la peste suina africana colpisce soltanto suini e cinghiali e non può essere contratta dalle persone. La priorità, quindi, è quella di assicurarsi che questa infezione non si propaghi fra i cinghiali, numerosi nei limiti delimitati da questa prima area e che non arrivi a coinvolgere i suini, siano essi di aziende o animali di compagnia (i cosiddetti pet pigs).
Per quanto riguarda le misure per evitare la propagazione della peste suina è già stato dato mandato al Comune di Roma Capitale di recintare i cassonetti dei rifiuti per evitare che possano accedervi i cinghiali, mentre i cittadini dovranno segnalare la presenza di cinghiali morti o moribondi al numero verde 803555, attivo ormai da ieri, della Protezione Civile Regionale che resta attivo 24 ore al giorno.
La peste suina non colpisce le persone
La peste suina, malattia virale che colpisce suini e cinghiali non è rischiosa per le persone, ma può colpire il sistema economico: fra le maggiori conseguenze ad esempio, il blocco delle esportazioni di prodotti italiani di eccellenza come il prosciutto di Parma o il San Daniele.
Le persone, però, possono trasmettere la malattia da un animale malato a uno sano, tramite rifiuti di cucina, scarpe o vestiti sporchi e attrezzi zootecnici: per questa ragione, dato che ancora non esistono vaccini che possano prevenire l'infezione, l'unica prevenzione efficace è quella di aumentare il livello di biosicurezza degli allevamenti suinicoli, ad esempio cambiandosi scarpe e abbigliamento prima di entrare in una stalla,
Peste suina fra cinghiali
Per evitare che la peste suina africana si diffonda fra cinghiali, sarà rafforzata la sorveglianza passiva nelle aree protette, i veterinari avranno il compito di svolgere il campionamento e monitorare l'andamento dei casi. Una volta rinvenute le carcasse dei cinghiali dovranno essere smaltite secondo procedure di massima biosicurezza dalle Aziende Sanitarie Locali competenti e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana.
Nel frattempo il Comune di Roma Capitale dovrà provvedere ad installare la segnaletica per indicare sia la presenza dell'infezione; il divieto di alimentazione e quello avvicinamento e disturbo ai cinghiali. Le persone, invece, oltre a disinfettare le scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali, non potranno più organizzare eventi nelle zone coinvolte: addio, così, ai pic-nic di primavera.
La Asl può programmare la macellazione dei suini
Per quanto riguarda i suini domestici, invece, il ruolo maggiore lo avrà la Asl di Roma 1 che dovrà obbligare la chiusura dei maiali esposti a contatti con i cinghiali in luoghi chiusi, effettuare controlli virologici sugli animali morti, censire le aziende o delle famiglia che sono in possesso di suini, compresi i pet pigs. La stessa Asl di Roma 1, infine, avrà la facoltà di programmare la macellazione per gli animali presenti negli allevamenti suinicoli sia commerciali che familiari.