Peste suina africana, approvato il ‘Piano cinghiali’. D’Amato: “Raddoppieremo gli abbattimenti”
"È stato approvato nell’odierna giunta il Piano per il contenimento dei cinghiali attraverso procedure di abbattimenti selettivi. L’obiettivo è quello di raddoppiare complessivamente la consistenza numerica degli abbattimenti previsti nella stagione 2021/22 riducendo drasticamente la presenza dei cinghiali stimata in circa 75mila esemplari in tutto il Lazio con aree a maggiore densità che sono riferibili alle aree di Roma, di Viterbo e Rieti". Lo ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato spiegando che "Il piano ha una validità triennale e ogni anno sarà predisposto un report di sintesi. Nel contempo devono partire anche le attività di cattura all’interno delle aree perimetrate per la peste suina. Il Piano sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio. La riduzione del numero dei cinghiali è un tema di salute pubblica, di sicurezza nella catena alimentare, di decoro urbano e di sicurezza nella mobilità”.
Piano contenimento dei cinghiali: la protesta delle associazioni animaliste
Secondo quanto annunciato dal commissario Angelo Ferrari, gli abbattimenti dovrebbero cominciare il 17 giugno. Un piano, quello approvato dalla Regione Lazio, che suscita l'opposizione delle associazioni animaliste, contrarie agli abbattimenti. "Un parere degli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) afferma: ‘la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa‘ – spiega l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) – Inoltre l’Ispra nelle sue indicazioni afferma che è importante sospendere qualsiasi tipo di attività venatoria nella zona infetta da Peste suina africana poiché si tratta di ‘attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli'". Rita Corboli, delegata Oipa di Roma, sostiene che la peste suina africana deve essere combattuta con altri mezzi, come la raccolta rifiuti porta a porta. "I cinghiali non entrano nell’abitato nelle zone dove funziona la raccolta a domicilio", spiega.