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Pestaggi e violenze al Mammagialla, detenuto suicida a 20 anni: indagati pm e procuratore di Viterbo

Il procuratore capo Paolo Auriemma e la pubblico ministero Eliana Dolce sono accusati di non aver dato seguito alle denunce dei detenuti del Mammagialla di Viterbo, che da tempo segnalavano percosse e violenze.
A cura di Natascia Grbic
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Hassan Sharaf
Hassan Sharaf

Rifiuto e omissione di atti d'ufficio: questi i reati per cui sono indagati il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma e la pubblico ministero Eliana Dolce. La procura di Perugia ha già richiesto il rinvio a giudizio nei confronti dei due professionisti: secondo l'accusa non avrebbero dato seguito alle numerose segnalazioni di violenza arrivate dai detenuti del carcere Mammagialla di Viterbo e denunciate anche dal Garante dei detenuti del Lazio nel 2018.

Tra le segnalazioni c'era anche quella di Hassan Sharaf, il giovane che si è impiccato nella sua cella a luglio 2018. Il ragazzo aveva più volte denunciato le condizioni inumane in cui era recluso e le violenze cui era giornalmente sottoposto. Prima di suicidarsi sarebbe stato schiaffeggiato talmente forte da una guardia penitenziaria da aver sbattuto la testa contro il muro. Poco dopo Hassan, con gravi problemi psichiatrici e affetto da dipendenze, ha deciso di togliersi la vita.

Il procuratore Auriemma è indagato perché "‘a seguito del deposito, l'8 giugno 2018, da parte del Garante per i detenuti del Lazio nel quale venivano riportate le dichiarazioni di diversi detenuti presso la Casa di reclusione ‘Mammagialla' di Viterbo, indebitamente rifiutava l'iscrizione nel registro delle notizie di reato, disponendo l'iscrizione dell'esposto solo l'11 agosto 2018 nel registro ‘modello 45' (fatti non costituenti notizia di reato) nonostante dallo stesso emergessero specifiche notizie di reato quantomeno ai sensi degli articoli 582 (lesioni) e/o 571 (abuso dei mezzi di correzione)".

Per quanto riguarda Dolce, invece, nel 2021 avrebbe "direttamente disposto il deposito in archivio del procedimento (senza presentare richiesta di archiviazione al gip) omettendo di compiere le necessarie indagini al fine di acquisire e verificare le dichiarazioni dei detenuti che avevano riferito al Garante di aver subito percosse e violenze, mostrando allo stesso e ai suoi collaboratori le lesioni riportate sul corpo".

Il giudice per le indagini preliminari deciderà sul rinvio a giudizio di Auriemma e Dolce il prossimo 29 giugno. Parti offese nel procedimento sono il ministero della Giustizia, il Garante dei detenuti del Lazio e i parenti di Hassan Sharaf, per la cui morte sono indagate sei persone tra direttore del carcere di Mammagialla, medici e agenti della polizia penitenziaria.

Soddisfatta la famiglia di Hassan Sharaf, che da anni si batte per avere giustizia. Il giovane, che sarebbe dovuto uscire dal carcere un mese dopo, era stato condannato per un furto e fermato poi perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish.

"Siamo fiduciosi, rispettiamo le posizioni degli indagati che avranno modo di difendersi, ma speriamo che qualcuno, soprattutto dal Mammagialla inizi a parlare, a dire la verità, quel che sa. Compresi i detenuti', ha dichiarato all'Adnkronos il legale della famiglia di Sharaf, Michele Andreano.

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