Perché Roma è in area gialla ed è meno preoccupante di Milano e Napoli
In questo grafico, pubblicato sulla pagina Facebook ‘Datianalisicoronavirus', viene messa in evidenza la curva dell'aumento dei contagi nelle grandi città italiane: Milano, Roma, Napoli e Torino. I casi sono in crescita ovunque, ma il tasso di incremento nella Capitale è più basso rispetto agli altri capoluoghi e questo è uno degli indicatori che spiega perché la Lombardia, e Milano in particolare, è stata inserita in ‘area rossa' nell'ultimo dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e Roma e il Lazio, invece, siano state inserite in ‘area gialla', quella con minore rischio.
Tasso di incidenza dei contagi, più alto a Milano e più basso a Roma
Il tasso di incidenza dei contagi per ogni 100mila abitanti (in altre parole quanti casi positivi ogni 100mila abitanti) è più alto a Milano, è praticamente identico a Napoli e a Torino ed è più basso a Roma. Nella settimana di ottobre (cioè la scorsa settimana) il tasso era pari a 652 contagi ogni 100mila abitanti a Milano, 484 a Firenze, 481 a Genova, 445 a Torino, 432 a Napoli, 250 a Bologna e 240 a Roma. Era 146 la settimana precedente, dato che fotografa certamente un aumento dei contagi anche nel Lazio e nello specifico nella Capitale, ma inferiore rispetto alle altre grandi città italiane.
L'incremento dei contagi nell'ultimo mese
Nell'ultimo mese, viene evidenziato nel terzo grafico, l'incremento dei contagi a Milano è stato del 2500 per cento a Milano e dell'800 per cento a Roma. Nell'ultima settimana i nuovi casi giornalieri a Roma sono stati sempre intorno a quota mille e non si è mai verificato un ulteriore aumento. Il valore di Rt, ha sempre detto l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, è leggermente più basso a Roma e provincia e leggermente più alto nelle altre province. A Latina, tuttavia, la prima provincia del Lazio in cui è stato messo in atto un ‘mini lockdown' ormai quasi un mese fa i dati dei contagi stanno cominciando a scendere, indizio del fatto che i provvedimenti presi stanno cominciando a funzionare.
Perché Roma è in zona gialla
Come evidenziato da Gianni Rezza, Direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, la decisione di includere o meno una regione in una determinata area (rossa, arancione o verde) viene presa in base all'esame dell'indice Rt (l'indice di contagiosità del virus), ma anche sulla base di altri 21 indicatori, tra cui molto importanti sono quelli in merito alla ‘resilienza', che riguardano cioè la capacità di risposta del sistema sanitario. Nel Lazio, in particolare, è molto alto il numero di tamponi effettuati in rapporto alla popolazione totale, circa 6,5 milioni (ogni giorno vengono effettuati circa 25mila tamponi). Per questo il Lazio è una delle regioni in cui il tracciamento dei casi procede meglio e il rapporto tra casi testati e casi positivi è intorno all'8 per cento, molto inferiore rispetto a tante altre regioni italiane. Inoltre l'assessore D'Amato ha dichiarato che la rete ospedaliera Covid è certamente sotto pressione, ma nei prossimi giorni verranno attivati altri 6mila posti letto per pazienti affetti da coronavirus.
Lazio in zona gialla, cosa cambia
Il Lazio, come detto, è stato inserito nella cosiddetta ‘zona gialla': dalle 22 alle 5 sono autorizzati soltanto gli spostamenti strettamente necessari in tutto il territorio regionale. I centri commerciali, le medie e grandi strutture commerciali e i negozi nei mercati saranno chiusi il sabato e la domenica. Saranno consentiti solo gli sport di interesse nazionale, bar e ristoranti rimarranno aperti dalle 5 alle 18, sospesa l'attività di sale gioco e sale scommesse, stop a tutti i concorsi, chiusi musei e mostre e il trasporto pubblico viaggerà al 50 per cento della capienza (era all'80 per cento). Puglia e Sicilia sono in ‘area arancione', mentre in area rossa ci sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d'Aosta e Calabria. Le altre regioni italiane sono tutte ‘gialle'.