Niente di fatto questa mattina per la vicenda giudiziaria con al centro Andrea Piazzolla, l’ex factotum di Gina Lollobrigida imputato per circonvenzione di incapace proprio in danno dell’attrice, per una vita stella del cinema italiano nel mondo. Nella penultima udienza, intanto, i legali dell’uomo hanno provato a coinvolgere un’altra icona del cinema italiano: Alberto Sordi. Facciamo un passo alla volta.
Nell’udienza svoltasi oggi non è arrivata l’attesa sentenza, ma è stata fissata la data in cui verrà emessa, il 13 novembre prossimo. In attesa, quindi, che il giudice si pronunci sull’imputato Andrea Piazzolla, chiariamo che cosa si intende per circonvenzione di incapace e perché i suoi legali hanno prodotto in giudizio la sentenza che ha assolto in primo grado Arturo Artadi, l’autista di fiducia, il notaio Gabriele Sciumbata, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina e i domestici della villa di via Druso dall’accusa di circonvenzione di incapace nei confronti della sorella di Aurelia Sordi, sorella dell'Albertone nazionale.
L'approccio di Piazzolla a Lollobrigida
In tutta la vicenda c'è almeno un dato incontrovertibile. Che venga condannato o meno, Andrea Piazzolla si è dimostrato negli anni un abile stratega. Un uomo che da giovanissimo è entrato nella vita della Lollobrigida, diventando insostituibile e rimanendo infine da solo alla sua corte. Lo ha fatto in punta di piedi studiandone le relazioni non solo patrimoniali, ma anche affettive. Eliminando il personaggio inizialmente più scomodo: Javier Rigau. È stato infatti lo stesso factotum a scoprire che i due si erano sposati per procura, e quindi a chiedere alla Sacra Rota per volere di Gina la dichiarazione della nullità del matrimonio per inesistenza. Un conto però è affermare questo ed un conto è dire che è colpevole. Piedi di piombo.
Il reato di circonvenzione di incapace
L’articolo 643 del Codice penale punisce per il reato di circonvenzione di incapace chi, "per procurare a sé o ad altri un profitto, abusa dei bisogni, delle passioni di un minore o dello stato di infermità o deficienza psichica di una persona anche se non interdetta o inabilitata". E lo fa "per indurla a compiere un atto con effetti giuridici per lei dannosi".
Nel 2018, in relazione ad uno degli altri procedimenti che vedono imputato lo stesso Piazzolla, lo psichiatra forense Massimo Di Genio aveva diagnosticato a Gina Lollobrigida un indebolimento rispetto alla capacità di percepire correttamente la realtà. Un indebolimento tale da provocarle una condizione di deficienza psichica e di menomazione del potere di critica. Il professore aveva poi precisato che nonostante non fosse affetta da infermità mentale, presentava una personalità con caratteristiche disarmoniche in cui erano emersi tratti di tipo narcisistico, ossessivo-compulsivo, istrionico e paranoideo.
Perché Piazzolla potrebbe essere condannato
Dunque, sulla base di questa ricostruzione sullo stato mentale di Gina Lollobrigida, il reato di circonvenzione di incapace potrebbe astrattamente configurarsi. Almeno in riferimento allo stato di deficienza psichica dell’attrice. Quest’ultimo come abbiamo visto è una delle condizioni richieste proprio dalla norma penale affinché si integri il reato.
Torniamo a Piazzolla. Lo scorso anno era stato lui stesso a dichiarare: “Gina mi faceva regali costosi, perché avrei dovuto rifiutarli". E poi: “Quei soldi li ho spesi come voleva Gina”.
Alla luce delle perizie, della stima del patrimonio della diva fatta dal notaio e dalle dichiarazioni dell’uomo, c’è da chiedersi: quei regali e quelle disposizioni patrimoniali erano davvero espressione di una lucida volontà dell’attrice oppure erano frutto dell’attività manipolatoria del suo factotum?
Quel che appare è che, stando alla stima del dottor Occorsio, il notaio che si è occupato dell'inventario dei beni, gli atti giuridici compiuti dalla donna hanno avuto conseguenze pregiudizievoli per i suoi averi e le sue ricchezze. Non essendo rimasto, niente o quasi, oltre alla villa sull’Appia Antica. Quindi, il 643 del Codice penale, che prevede anche questo presupposto, sembrerebbe applicabile. E il depauperamento del patrimonio, oltretutto milionario, è decisamente da considerarsi un effetto pregiudizievole.
Piazzolla dunque verrà condannato? Non è compito mio sostituirmi ai giudici. Quel che è certo è che il pubblico ministero ha chiesto più del massimo della pena, sette anni e sei mesi di reclusione, proprio evidenziando il rapporto squilibrato che legava la vittima al giovane. Un giovane visto dalla prima come insostituibile e meritevole di tutte le preziose attenzioni. Capace di isolarla dalla sua famiglia e indirizzarla al compimento di investimenti quanto meno discutibili.
Andrea Piazzolla come l’autista di Aurelia Sordi?
Nel corso del processo a carico dell’ex factotum Andrea Piazzolla i suoi legali hanno voluto giocarsi una carta iconica quanto giudiziaria. Difatti, gli stessi hanno prodotto in giudizio la sentenza di assoluzione di Arturo Artadi, l’autista di fiducia, il notaio Gabriele Sciumbata, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina e i domestici della villa di via Druso dall’accusa di circonvenzione di incapace nei confronti della sorella di Alberto Sordi, Aurelia.
La demenza senile è catalogata dalla giurisprudenza tra le forme di deficienza psichica. Che, come abbiamo detto, rientra tra le condizioni capaci di integrare proprio il reato di circonvenzione di incapace. E proprio questa era la malattia diagnosticata ad Aurelia Sordi dal collegio peritale formato da uno psichiatra forense, da un neurologo è un geriatra. Che erano stati nominati dal giudice nel processo che vedeva imputati proprio Artadi e gli altri. Questi erano infatti stati accusati di averla circonvenuta per impossessarsi dell'eredità ricevuta dalla anziana donna proprio dal fratello.
Secondo i periti la sorella dell’attore era affetta dalla patologia già a partire dal 2012 anno in cui aveva disposto una serie di donazioni al personale di servizio ed aveva firmato una procura con cui autorizzava a compiere operazioni bancarie ad Arturo Artadi, un tempo collaboratore di Alberto e poi divenuto anche di Aurelia. Tutti gli imputati, però, sono stati assolti in primo grado con la formula piena "perché il fatto non sussiste". In questa direzione, secondo il Tribunale di Roma, Aurelia Sordi era perfettamente capace di intendere e di volere quando aveva compiuto quegli atti. Inclusa la donazione pari a due milioni e mezzo di euro destinata al personale di servizio.
La difesa dei legali di Piazzolla
Dunque, dicevamo, i legali di Piazzolla hanno depositato la statuizione del tribunale di Roma nella speranza di avere una decisione analoga. Ed effettivamente le due vicende non sono poi tanto distanti.
Ma, in realtà, non è così semplice né tanto meno automatico che vengano equiparate. In primo luogo, perché l’Italia è un sistema di civil law. In base alla Costituzione italiana, quindi, la valenza del precedente nel nostro ordinamento è molto limitata. Al contrario di quanto avviene nei sistemi di common law, dove la giurisprudenza è fonte primaria e quindi i giudici sono obbligati a conformarsi alla decisione antecedente. Dunque, i magistrati italiani non sono vincolati dal precedente. Al contrario, possono decidere autonomamente se conformarsi o meno ad una pregressa decisone. Ciò perché è la legge a dover orientare l’operato del giudice, mentre il dato giurisprudenziale ha solo valenza secondaria.
Nel caso di Piazzolla c’è un ulteriore passaggio che rende solamente fumo il deposito della sentenza citata. L’assoluzione di Arturo Artadi e degli altri accusati di aver circonvenuto Aurelia Sordi è di primo grado. Ma il precedente giudiziario esiste solamente con riferimento ad una sentenza passata in giudicato o per la quale siano scaduti i termini per l’impugnazione. Dunque, nel caso Piazzolla il tribunale di Roma non è in alcun modo vincolato da quella sentenza. Quella di Gina Lollobrigida è una storia giudiziaria ancora tutta da scrivere.