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Perché nonostante l’ordinanza di Speranza voli dall’India con positivi sono atterrati a Fiumicino

L’aereo è arrivato a Fiumicino nonostante il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbia firmato un’ordinanza che vieta praticamente tutti i voli in arrivo dall’India. Un provvedimento che però è entrato in vigore ieri sera e quindi dopo la partenza del volo da Delhi. Con il nuovo provvedimento possono arrivare in Italia soltanto funzionari, tecnici, militari e forze dell’ordine.
A cura di Enrico Tata
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Nella serata di ieri, mercoledì 28 aprile, è atterrato all'aeroporto di Fiumicino il volo Air India AI 1123 proveniente da Delhi. A bordo 213 passeggeri, di cui 28 bambini e tre neonati. Sono risultate positive al coronavirus 23 persone e due membri dell'equipaggio su dieci. I risultati del sequenziamento per individuare eventuali casi di variante indiana sono in corso all'Istituto Spallanzani e tutti i passeggeri sono stati accompagnati in un Covid hospital per essere sottoposti a quarantena.

Perché l'aereo è atterrato nonostante l'ordinanza di Speranza

L'aereo è arrivato a Fiumicino nonostante il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbia firmato un'ordinanza che vieta praticamente tutti i voli in arrivo dall'India. Un provvedimento che però è entrato in vigore ieri sera e quindi dopo la partenza del volo da Delhi. La prima ordinanza firmata da Speranza sui voli dall'India è datata 25 aprile: permetteva la possibilità di entrare nel nostro Paese a cittadini con residenza anagrafica in Italia oppure a persone che volevano raggiungere il domicilio, l'abitazione o la residenza dei figli minori, del coniuge o della parte di unione civile. Questi ultimi potevano rientrare soltanto con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena. Il provvedimento vietava in generale l'ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India (tranne, come detto, ai residenti). "Chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione", recitava ancora l'ordinanza. I viaggiatori in arrivo dovevano effettuare una quarantena di dieci giorni con terzo tampone al termine dell'isolamento.

La nuova ordinanza sui voli dall'India firmata ieri da Speranza

Ieri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, aveva invocato uno stop più severo a tutti i voli dall'India e in serata Speranza ha firmato una nuova ordinanza in merito: il nuovo provvedimento impone la quarantena nei Covid hotel per tutte le persone che sono state in India o in Bangladesh negli ultimi quattordici giorni, anche se asintomatiche. Al termine di dieci giorni di isolamento è previsto l'obbligo di un nuovo tampone molecolare o antigenico. Confermata, ovviamente, l'obbligatorietà di un tampone in partenza e di uno all'arrivo.

La principale novità è che i voli dall'India sono consentiti soltanto a queste categorie: "ai funzionari e agli agenti, comunque denominati, dell'Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici, al personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, ai funzionari e agli impiegati consolari, al personale militare, compreso quello in rientro dalle missioni internazionali, e delle Forze di Polizia, al personale del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e dei Vigili del fuoco nell'esercizio delle loro funzioni". Insomma, l'arrivo dall'India è vietato per tutti i cittadini, anche per i residenti in Italia.

"Bene il Ministro Speranza che ha bloccato i voli, ora ribadiamo che l'Europa deve attivare azioni coordinate per scongiurare il peggio", ha scritto sul suo profilo Facebook Zingaretti commentando la nuova ordinanza.

La variante indiana del coronavirus

Nel mese di aprile in India, in coincidenza con un vertiginoso aumento di contagi e decessi, è stata identificata una nuova variante del virus Sars-CoV-2 chiamata B.1.617, la cosiddetta variante indiana. Al momento non ci sono studi scientifici ufficiali che dimostrano maggiore diffusività, letalità o capacità di evasione, fa sapere l'Istituto Spallanzani. Nella settimana in corso la crescita esponenziale dei casi in India ha trasformato il sud-est asiatico nell'area del mondo con il maggior numero di casi positivi (circa 2,4 milioni).

In provincia di Latina c'è una comunità indiana composta da oltre 20mila persone, per lo più impiegate come braccianti agricoli. Sono in corso tamponi di screening su tutta la comunità ed è in corso il tracciamento di circa 300 persone rientrate di recente dall'India. Per il momento i sequenziamenti sui tamponi positivi dei membri sono risultati positivi alla variante inglese e non a quella indiana.

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