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Opinioni

Perché non ci piace Cicalone versione vigilantes, che fa le ronde contro i borseggiatori in metro a Roma

Lo Youtuber Simone Cicalone da qualche settimana si è improvvisato vigilantes. Accompagnato dai soliti amici pugili fa le ronde telecamera al seguito contro i borseggiatori nelle metro di Roma. Al Cicalone che si sostituisce alle forze dell’ordine, preferivamo quello che faceva parlare le periferie come nessun altro, dando la possibilità a ex carcerati, tossico dipendenti e criminali di raccontare la loro storia.
A cura di Valerio Renzi
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Simone Cicalone è un noto Youtuber romano, appassionato di arti marziali e boxeur amatoriale, è nato nella capitale negli anni Settanta, e qualsiasi cosa se ne pensi oggi è uno dei più importanti narratori delle periferie urbane e sociali del nostro paese. A volte criticato per i suoi video – dove fa quasi sempre coppia con il campione di kickboxing Mattia Faraoni – dove spesso sembra andare a cercarsi situazioni pericolose o al limite, mostrando il "vero volto" delle zone più pericolose delle nostre città (non solo Roma, ormai è in fenomeno nazionale), nelle ultime settimane ha superato il confine tra "documentare" quello che accade e improvvisarsi vigilantes, dando la caccia ai borseggiatori nella metropolitana di Roma.

Chi scrive non ha nessun pregiudizio nei confronti di Cicalone e del suo lavoro. Credo ad esempio che la serie Quartieri Criminali, pur avendo alcuni difetti, in particolare una certa romanticizzazione della vita di strada e un indiscutibile machismo (sempre e solo uomini), aveva anche un pregio indiscutibile: lasciava parlare direttamente le persone di cui di solito i media parlano senza dare loro voce direttamente. Il racconto che emerge da Quartieri Criminali, conoscendo in alcuni casi i protagonisti dei video e le zone nei quali si muovono, è piuttosto veritiero, pur muovendosi sempre in bilico tra miti di quartiere e realtà.

La costruzione della serie, così come di altri video di Cicalone, parte sempre dal coinvolgimento di qualche figura che ha "sbagliato", ovvero che ha commesso "dei reati", ma che ora dopo aver pagato con anni di detenzione ha scelto di cambiare vita e aiutare i ragazzi "come lui" a fare scelte diverse. Spesso il viatico per evitare di fare "degli errori" è lo sport, in particolare il pugilato. Un racconto spesso semplicistico (dubito che tutti gli intervistati abbiano davvero cambiato vita), ma almeno diverso dal racconto stereotipato delle periferie romane e la mostrificazione di chiunque nella vita abbia commesso un reato. Cicalone e Faraoni in molti casi hanno dato voce a chi una voce non ce l'ha.

Ora da qualche tempo l'attenzione dello Youtuber si è andata concentrando sui problemi della sicurezza attorno alle grandi stazioni delle nostre città (in particolare la Stazione Termini a Roma e l'Esquilino), e in alcune zone. Qui l'attenzione si è spostata sul far parlare la gente dei quartieri e delle periferie, a mostrare il degrado delle città, con la ripresa costante dei senza casa che vivono in strada e ai margini. La tendenza a mostrare chi delinque già era emersa in precedenza, ma prima l'obiettivo sembrava raccontare cosa accade in alcuni luoghi inaccessibili per le persone "normali" (come per esempio il boschetto di Rogoredo a Milano), oggi invece i video di Cicalone hanno il tono di chi vuole ristabilire l'ordine.

Con le ronde nella metropolitana di Roma, dove lui e i suoi soci (tutti pugili) circondano e inseguono le persone "sospettate" di essere dei borseggiatori, è avvenuto il salto di qualità dal racconto a fare i vigilantes in diretta. Ci chiediamo perché siano tollerati da forze dell'ordine e dalla vigilanza e dal personale di Atac, che gli permettono di muoversi liberamente per le stazioni filmando quello che vogliono e allontanando i sospetti borseggiatori.

Offeso da chi non ha apprezzato le sue gesta e il tono dei video nelle stazioni della metro, Cicalone ha deciso di spiegare per lui cosa è il fascismo, raccontando di trovarsi a disagio a essere chiamato così (tracce di militanza politica di destra o estrema destra non ve ne sono nella sua biografia). Il fascismo e l'antifascismo per Cicalone sono soprattutto gli anni di piombo, con la violenza politica che portava a uccidere ragazzi "da una parte e dell'altra", della divisione nella città in quartieri rossi e neri, cose che ancora negli anni Ottanta dove è cresciuto si sentivano eccome. Sostiene poi che tutte le idee, quando sono troppo "estremizzate", portano a cose negative. E vale pure la destra, perché Cicalone è sempre per il "buon senso", sempre dalla parte dell'uomo qualunque, teniamolo a mente.

Racconta allora che la destra ha alcune idee, prima tra tutte il nazionalismo, da cui discende l'idea di essere contro l'immigrazione, e che a volte la destra ha usato gli immigrati come capro espiatorio, che la colpa mica è di quei poveracci che arrivano qua ma "della politica" che permette che i flussi migratori avvengano in "maniera incontrollata". E allora, insomma, la gente, il popolo ha anche ragione ad arrabbiarsi per la presenza degli immigrati. La destra poi è ovviamente per la sicurezza (e questo si capisce, piace a Cicalone), ed esprime un "conservatorismo sociale", che però proprio non lo convince: i costumi sono cambiati, ma che cosa dobbiamo stare a discutere della famiglia tradizionale, del matrimonio e così via.

Al nuovo Cicalone che fa le ronde, che vuole portare sicurezza nelle strade in prima persona sostituendosi come un vigilantes alla polizia e a chi di dovere, preferivamo il Cicalone che faceva parlare rapinatori e banditi, ruba galline e disperati, raccontandone la vita e i percorsi, la redenzione e le ricadute. Lo Youtuber che mandava online un prodotto che nessun media tradizionale avrebbe avuto il coraggio di fare, lontano dai racconti dei salotti tv pieni di cittadini indignati e dal perbenismo dei giornali. Non c'è niente di interessante nel vedere tre o quattro energumeni inseguire e molestare presunti borseggiatori, nell'individuare i "peruviani" e i "rom" per farli scappare.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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