Virginia Raggi non si è vaccinata contro il Covid. Il suo medico di famiglia le ha detto che i suoi anticorpi sono ancora a un livello alto e quindi per il momento non c'è necessità di ricevere la dose unica prevista per chi ha già contratto l'infezione da Sars-Cov-2. La sindaca di Roma ha annunciato di essere risultata positiva a Covid-19 il 4 novembre 2020 e ha dichiarato di essere guarita il 15 novembre. In pratica il suo tampone è risultato negativo nove mesi fa esatti. Questo significa che la prima cittadina non può scaricare il Green Pass né come cittadina che ha completato il ciclo vaccinale, né come cittadina guarita dal Covid. Questo perché, si legge sul sito del governo su come ottenere la Certificazione Verde, per ricevere il Green Pass i cittadini devono essere guariti da non più di sei mesi. In questo caso "il Ministero della Salute potrà generare in automatico la tua Certificazione verde Covid-19 che avrà una validità di 180 giorni (6 mesi) dal primo tampone molecolare positivo. Se invece hai fatto la vaccinazione, dopo la guarigione riceverai in automatico una Certificazione per completamento del ciclo vaccinale".
Virginia Raggi senza Green Pass
In teoria, quindi, l'unico modo in cui Virginia Raggi può ottenere il Green Pass è effettuare un tampone molecolare o rapido (con risultato negativo) nelle 48 ore precedenti alla data di utilizzo del certificato. Si chiede Filippo Sensi, deputato del Partito democratico: "Scusate una domanda: ma quelli – tipo la peggiore sindaca della storia di Roma – che non si sono vaccinati perché immunizzati dall’aver contratto il virus non hanno il Green Pass? Mi chiedo: come fa la peggiore sindaca della storia ecc – a entrare in un bar o museo?". La domanda è lecita: come fa la sindaca a partecipare a una cena elettorale al chiuso? Come fa a inaugurare un museo o un monumento della Capitale? Presenta ogni volta il risultato di un tampone rapido e ogni volta scarica una nuova Certificazione Verde?
Ieri la sindaca ha spiegato la sua condizione in merito al vaccino anti Covid nel corso di un'intervista rilasciata a Concita De Gregorio e David Parenzo nel corso del programma In Onda su La 7. "Non sono no vax, ho ancora anticorpi molto alti, il mio medico mi dice che al momento non è da fare", ha dichiarato Raggi durante la trasmissione. A domanda diretta di Concita De Gregorio sul Green Pass per accedere agli studi de La 7, Raggi ha risposto: "Per entrare qui l'ho fatto, mi faccio tamponi di continuo".
La regola: "Vaccino preferibilmente entro 6 mesi per chi è guarito"
Sulla dose unica di vaccino prevista per i cittadini guariti dal Covid, le regole sono evidenziate sul sito dell'Aifa, l'Agenzia Italia del Farmaco: "Nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica) è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARSCoV-2/COVID-19, purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione. Per i soggetti con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, in caso di pregressa infezione da SARS-CoV-2, resta valida la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista". In teoria, quindi, Virginia Raggi avrebbe già dovuto ricevere la dose di vaccino prevista.