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Covid 19

Perché la sospensione del vaccino Astrazeneca non dovrebbe rallentare il piano vaccinale del Lazio

L’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha dichiarato che lo stop imposto dall’Aifa corrisponde a 7mila somministrazioni in meno al giorno, quindi circa 21mila totali in tre giorni. Riprogrammarle non dovrebbe essere difficile dal punto di vista organizzativo. Ma il rischio è un altro: “Mi preoccupano il clima di diffidenza, i dubbi, le paure che si possono ingenerare nelle persone”, ha dichiarato D’Amato.
A cura di Enrico Tata
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Se l'Ema dovesse decidere di ritirare l'autorizzazione per la somministrazione del vaccino Astrazeneca, allora tutti i piani vaccinali dei Paesi dell'Unione dovranno essere completamente riscritti. Se però, come è probabile allo stato attuale delle nostre conoscenze, l'Agenzia Europea del Farmaco dovesse confermare l'ok al vaccino inglese, si tratterà soltanto di recuperare le dosi non somministrate ieri, oggi, domani e forse dopodomani, dato che la riunione decisiva è prevista per giovedì 18 marzo. L'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, ha dichiarato che lo stop imposto dall'Aifa corrisponde a 7mila somministrazioni in meno al giorno, quindi circa 21mila totali in tre giorni. Riprogrammarle non dovrebbe essere difficile dal punto di vista organizzativo. Questo perché i centri vaccinali del Lazio sono tanti e, a causa della mancanza di dosi, hanno lavorato finora a ritmo ridotto. Il problema, come anticipato, potrebbe essere invece legato alla mancanza di dosi: se queste arriveranno, chi ha perso il vaccino potrà presto avere un nuovo appuntamento e chi lo ha fissato nei prossimi giorni non subirà alcuno slittamento. Se invece AstraZeneca ritarderà le forniture, come già accaduto nelle scorse settimane, il calendario dovrà essere nuovamente riorganizzato. Tra l'altro, a breve si presenterà anche il problema dei richiami per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca.

D'Amato: "Preoccupato da clima di diffidenza"

Un altro possibile problema paventato dall'assessore D'Amato riguarda però la perdita di fiducia in questo vaccino. "La situazione è drammatica. Mi preoccupano il clima di diffidenza, i dubbi, le paure che si possono ingenerare nelle persone. Il contatore dei vaccini andrà a meno 7mila somministrazioni al giorno. E se l'Ema si riunirà il 18 marzo, si tratta di oltre 20mila somministrazioni in mese. E poi 35 centri, tra cui la Nuvola, il centro di Fiumicino, quello della Stazione Termini, chiuderanno dopo che ieri sono stati costretti a rimandare indietro i cittadini. E poi anche duemila medici di famiglia che avevano cominciato a vaccinare presso i loro studi. Adesso, come si dice a Roma, siamo con il fondoschiena a terra. Se prima nelle vaccinazioni viaggiavamo con il freno a mano tirato, adesso siamo anche con il piede premuto sul pedale del freno", ha dichiarato il responsabile della Sanità laziale al Corriere della Sera. Il problema, quindi, potrebbe essere rappresentato non dalla mancanza di dosi, ma dalla possibile disdetta di molti appuntamenti. Prima della decisione dell'Aifa di sospendere AstraZeneca anche in Italia, D'Amato aveva dichiarato: "Nel Lazio abbiamo avuto poche cancellazioni delle prenotazioni per AstraZeneca. Chiaramente le sconsigliamo perché chi lo farà, finirà in coda ed è un rischio rilevante".

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