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Perché la Francia dice che vuole riprendersi la scalinata di Trinità de’ Monti a Roma

La Francia vuole riprendersi la scalinata di Trinità dei Monti. La Corte dei Conti francese ha pubblicato un report, che critica la gestione delle cinque chiese francesi di Roma e che ha fatto scoppiare polemiche a non finire. Cosa c’è di vero e perché la Francia può esprimere pareri su chiesi e monumenti che si trovano in Italia?
A cura di Enrico Tata
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La scalinata di Trinità dei Monti a Roma è di proprietà della Francia. Cosa c'è di vero? In un rapporto pubblicato lo scorso 2 settembre la Corte dei Conti francese ha esaminato la gestione del "patrimonio immobiliare e spirituale" francese a Roma. Si tratta di cinque chiese e tredici immobili nel centro storico della capitale italiana, tra cui il convento di Trinità dei Monti e la stupenda chiesa di San Luigi de' Francesi, che ospita al suo interno tre capolavori di Caravaggio. Ebbene nell'analisi viene puntato il dito contro decisioni che vengono definite "opache" e "approssimative". Non ha tardato ad arrivare, però, la risposta del Campidoglio: "È un passaggio pubblico ed è quindi senza discussioni parte integrante di Roma", ha spiegato il Sovrinten.dente capitolino ai Beni culturali Claudio Parisi Presicce

Trinità dei Monti è francese? Cosa sta succedendo tra Roma e Parigi

Ma perché la Corte dei Conti di Parigi può esprimere un parere su chiese che si trovano nel territorio italiano? Cosa c'è di vero? In effetti, le Pie istituzioni francesi   comprendono attualmente cinque chiese e le loro dipendenze: Trinità dei Monti, San Luigi dei Francesi, San Nicola dei Lorenesi, Sant’Ivo dei Bretoni, San Claudio dei Franchi Contesi di Borgogna, la Cappellania nazionale di Francia a Loreto. In più sono compresi gli immobili ad esse collegati. Le Pie istituzioni francesi sono sotto l’autorità dell’Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede.

Nel testo dell'accordo con cui la chiesa e il convento della Trinità dei Monti a Roma sono stati affidati dal 2016 alla Communauté de l’Emmanuel, si sottolinea il "carattere francese" del complesso. In una nota del Bollettino della Santa Sede si legge:

"Ricordando il carattere francese del suddetto complesso della Trinità dei Monti, il presente Accordo internazionale esprime riconoscimento per l’opera ivi svolta dall’Ordine dei Minimi dal XV al XVIII secolo, dalla Società del Sacro Cuore di Gesù dal XIX secolo al 2006, e dalla Fraternité monastique des Frères de Jérusalem e dalla Fraternité monastique des Soeurs de Jérusalem dal 2006 ad oggi. Prendendo atto dell’impossibilità per le suddette Fraternità monastiche di continuare tale missione, la chiesa e il convento della Trinità dei Monti vengono affidati, a partire dal 1° settembre 2016, alla Communauté de l’Emmanuel".

Le Pie istituzioni francesi a Roma sono le eredi di confraternite e comunità residenti nella Capitale italiana che possedevano una chiesa e che disponevano di luoghi per accogliere i malati, i poveri e i pellegrini. Nel 1793 queste fondazioni furono riunite in un solo ente e lo stesso Napoleone Bonaparte raccomandò a suo zio, ambasciatore a Roma: "Una della prime cure di Vostra Eminenza sarà di proteggere le fondazioni religiose di cui gode la Francia a Roma".

Il regolamento attuale fu approvato da papa Pio XII nell'8 settembre del 1956, ma l'assegnazione del complesso conventuale di Trinità dei Monti è stato oggetto di accordi tra Francia e Santa Sede fin dal 1828.

Cosa dicono i francesi sulla scalinata di Trinità dei Monti

Tornando al rapporto della Corte dei Conti, tra le raccomandazioni del documento si legge, in merito a Trinità dei Monti:

"Studiare e definire, prima della dell'accordo diplomatico nel 2026, una nuova destinazione per la tenuta di Trinité-des-Monts in linea con la sua vocazione storica e religiosa e con le ambizioni di promozione della cultura e della lingua francese".

Ancora nel testo, ben 107 pagine, si parla della scalinata di piazza di Spagna in questi termini:

"Come già detto, il patrimonio immobile e mobile delle Opere Pie, di notevole valore, non è noto con precisione. La scalinata di Trinità de Monti, che collega questa chiesa a piazza di Spagna, illustraa la complessità di una situazione che meriterebbe di essere chiarita. Costruite con fondi francesi all'inizio del XVIII secolo, sono state sono state mantenute per decenni dalle Opere Piie, ma anche, a più riprese negli ultimi anni, dalla Comune di Roma o attraverso operazioni di mecenariato. La conferma del loro status giuridico è necessaria per chiarire la responsabilità in termini di manutenzione e restauro. Contrariamente a quanto previsto dalla normativa del 1956, non esiste un libro che descriva edifici e proprietà fondiarie – che, oltre a descrivere i beni, avrebbe dovuto includere la natura e la data dei titoli di proprietà, il loro valore approssimativo, la loro destinazione d'uso, i nomi dei proprietari".

La risposta del Campidoglio

Come anticipato, non ha tardato ad arrivare la risposta sulla questione del Campidoglio, che si è espresso tramite il Sovrintendente capitolino ai Beni culturali Claudio Parisi Presicce.

"La Scalinata è un luogo monumentale e di altissimo valore artistico ma è anche un passaggio pubblico ed è quindi senza discussioni parte integrante di Roma capitale d’Italia – ha specificato – Su questa vicenda mi pare ci sia un po' di confusione ed è importante innanzitutto separare le valutazioni della Corte dei Conti francese nei confronti dell'amministrazione dei Pieux établissements de la France a Rome dalla gestione della scalinata di Trinità dei Monti che dal Novecento in poi è sempre stata mantenuta, restaurata e gestita in tutti gli aspetti dalle amministrazioni comunali di Roma", ha ricordato.

Un impegno che è stato riconfermato anche in anni recenti: "Ricordo i due importanti restauri del 1995 e poi del 2014 e i continui interventi di manutenzione e ripristino effettuati sempre da Roma Capitale su uno dei luoghi più iconici della città, divenuto simbolo indiscusso della Roma moderna, frequentato giornalmente da migliaia di persone – ha aggiunto – Il rapporto tra la Scalinata e la Francia è una storia che ciclicamente si ripropone proprio perché per la sua realizzazione ci fu contributo economico francese, che comunque non coprì tutte le spese, ma anche in questo caso è una polemica senza fondamento perché non c’è nessuna pretesa da parte francese".

Le reazioni: "Allora il Louvre appartiene all'Italia"

"Ma cosa sarebbe la Francia senza l'Italia. Non possono fare a meno del nostro lusso, delle nostre opere, della nostra bellezza. Ma ora esagerano. Vogliono prendersi pure la scalinata di Trinità dei Monti", ha scritto su X la ministra del turismo, Daniela Santanchè.

E ieri il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, Fratelli d'Italia, aveva dichiarato: "La Corte dei Conti francese ha fatto la ricognizione del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato francese a Roma. Un elenco nel quale rientrerebbe anche Trinità de Monti avocandone la proprietà. Viene da ridere. Bene, manderemo esperti al Louvre per fare la ricognizione aggiornata dei beni sottratti all’Italia nel corso della storia, soprattutto quella del XIX secolo o regalati da geni forse costretti a privarsi di rinomate opere d’arte che hanno reso il Louvre il museo più visitato al mondo. Le comiche".

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