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Perché la ‘cura’ Rocca sulle liste d’attesa del Lazio non sta funzionando, secondo il Pd

Intervista alla consigliera regionale del Pd, Eleonora Mattia, che ha presentato un’interrogazione al presidente del Lazio, Francesco Rocca, per chiedere conto in merito alla situazione delle liste d’attesa nella sanità.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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La consigliera regionale del Pd Eleonora Mattia ha presentato un'interrogazione al presidente del Lazio, Francesco Rocca, per chiedere conto della situazione delle liste d'attesa nella sanità. Secondo i dati dell'ultimo rapporto della Cgil, i tempi d'attesa per ricevere appuntamenti e prestazioni sanitarie nel Lazio sarebbero tutt'altro che diminuiti negli ultimi mesi.

Stando ai dati della Cgil e di Cittadinanzattiva, per ora la ricetta di Rocca per tagliare le liste d’attesa non sembra stia funzionando. È così?

Certo. Si tratta di dati inoppugnabili: più sigle della società civile con un’unica voce hanno bocciato, dati alla mano, la linea politica del presidente del Lazio, Rocca, con delega alla Sanità, che, anche investendo sul privato, ad oggi non ha portato frutti. Anzi: ha semplicemente dirottato risorse dalla sanità pubblica a quella privata, peggiorando l’accessibilità al servizio per le cittadine e i cittadini del Lazio, soprattutto per le fasce meno abbienti, oltre che le condizioni e i diritti di lavoratrici e lavoratori del Sistema sanitario regionale.

Il governatore del Lazio e il Governo hanno proposto di realizzare un Cup unico e di unire le agende delle strutture pubbliche con quelle dei privati convenzionati. Può servire a qualcosa?

Questa misura era già prevista prima della Giunta Rocca, quindi non hanno scoperto l’America e in ogni caso non può essere la soluzione definitiva. Il tema è più che altro legato al numero di prestazioni che possono essere erogate nel pubblico, le quali, senza nuove assunzioni, non potranno mai aumentare. In sostanza, è come decidere di giocare una partita di calcio con meno di 11 giocatori in campo: già sai che quasi sicuramente la perderai. Allo stesso modo la sanità pubblica con una squadra sotto dimensionata non potrà mai vincere la sua sfida con quella privata. Un modo silente di sabotarla.

Rocca ha fatto dei passi in avanti sulle assunzioni nella sanità negli ultimi mesi. Ancora troppo poco?

Poco dopo il suo insediamento, il presidente Rocca, dopo aver deciso di tenersi la delega alla sanità, ha praticamente centralizzato tutta la gestione del Sistema sanitario regionale, commissariato Asl e in un anno ha bloccato tutte le assunzioni nel pubblico, poi si è reso conto che il sistema stava collassando e ora sta cercando di recuperare gli errori fatti finora. Ma stando ai primi riscontri non è sufficiente: ad esempio nei mesi scorsi, Rocca ha annunciato in pompa magna, tra i vari provvedimenti, 600 assunzioni nella sanità regionale: una goccia nel mare se si considera che, in base alle stime dei sindacati, ne servirebbero almeno 10mila complessive per coprire il fabbisogno del Sistema sanitario regionale del Lazio.

Eleonora Mattia
Eleonora Mattia

A suo avviso il decreto del governo era soltanto una mossa elettorale? Cosa cambierà quel decreto sulla sanità?

Il decreto sulla sanità è solo una mossa elettorale e, come evidenziato da diversi governatori regionali, non poggia su risorse sufficienti per risolvere problemi di tutta la Regione. Ad oggi infatti il Fondo sanitario nazionale è pari al 6,3% del PIL, ben al di sotto del 7,5% indicato dagli standard Ocse per poter garantire l’erogazione del servizio pubblico. E’ quindi necessario intervenire invece in tal senso per aumentarne le risorse, altrimenti non saranno più garantiti i LEA, i livelli essenziali di assistenza. Come Pd, sia nel Lazio che in altre Regioni e poi anche a livello nazionale, abbiamo già posto più volte la questione: prima lo scorso agosto con una mozione e successivamente con un ordine del giorno al bilancio regionale. In entrambi i casi l’assist offerto alla maggioranza di destra non è stato colto. Eppure i dati della Fondazione GIMBE parlando chiaro: se prosegue di questo passo, il Lazio nel 2025 sarà la Regione d’Italia con il minor numero di medici di base e pediatri di libera scelta, in costante diminuzione.

Ha presentato un’interrogazione a Rocca sulle liste d’attesa. Ma il presidente senza intervento sostanziale del governo può fare qualcosa?

Avrebbe potuto, o potrebbe, ad esempio aprire un’interlocuzione per ottenere maggiori risorse per garantire il servizio pubblico, come detto poc’anzi.

E sulla medicina d’urgenza nei Pronto Soccorso qualcosa sta cambiando? Il ricorso ai gettonisti è diminuito?

I gettonisti non sono la soluzione ad una carenza strutturale di medici e personale sanitario, sia perché non garantiscono una continuità dell’organico in servizio, sia perché non risolvono il precariato dei lavoratori della sanità sia perché generano un costo insostenibile per le casse pubbliche, visto che un medico a gettone può guadagnare fino al doppio di un collega assunto come dipendente pubblico interno. Oltre al tema della medicina d’urgenza nei Pronto Soccorso, c’è poi anche una carenza di medici specialisti: occorre assumerne di più, tutelarli e metterli in condizione di lavorare bene, anche negli ospedali di provincia e nelle aree interne, tenuti ai margini degli interventi delle Istituzioni nonostante si faccia un gran parlare di “medic

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