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Opinioni

Perché la carbonara in barattolo non vi deve scandalizzare

Il marchio Heinz ha presentato, per il mercato inglese, una versione in barattolo della carbonara. La ricetta è un insulto alla cucina romana, certamente. Ma perché vi scandalizza tanto?
A cura di Enrico Tata
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Foto Instagram Heinz UK
Foto Instagram Heinz UK

Nessuno tocchi la carbonara. La versione in barattolo presentata dal marchio Heinz, per il mercato inglese, è un sacrilegio per molti. Addirittura la ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha deciso di dire la sua sulla vicenda: "La cucina italiana è una cosa seria. Come direbbe Alberto Sordi in un Americano a Roma: ‘La carbonara in lattina la damo al sorcio'".

Certo, la cucina italiana è una cosa seria. La carbonara è il simbolo della cucina romana e, ci scommettiamo, la versione in lattina della Heinz non conquisterebbe neanche un palato italiano. Tra gli ingredienti ci sono panna e pancetta al posto del guanciale e dell'uovo. Insomma, non deve essere una ricetta da leccarsi i baffi ed è certamente molto lontana da quella originale. Ma occorre fare due considerazioni: la carbonara in barattolo è destinata al mercato anglosassone e la Heinz tra i suoi prodotti in vendita propone già ‘spaghetti bolognese', ‘tomato sauce for Bolognese', pizza ai fagioli, la salsa per Lasagne e ‘ravioli', per cui nessuno si è strappato i capelli.

La cucina italiana è una cosa seria, certamente. La carbonara in barattolo è un insulto alla vera carbonara che si può gustare a Roma (non ovunque, purtroppo). Ma anche la cucina messicana è una cosa seria. Eppure non ci scandalizziamo dei barattoli di "chili con carne" che si trovano nei reparti delle cucine dal mondo presenti in tutti i supermercati. E nessuno ha qualcosa da dire sui noodles che magicamente diventano spaghetti in brodo. E non c'è voce che si levi contro le specialità indiane in barattolo che sono in bella vista sugli scaffali dei punti vendita.

E ancora, qualcuno si scandalizza dei risotti in busta? Non hanno abbastanza dignità da essere consumati? Certo, uno chef potrebbe obiettare che non hanno nulla a che vedere con un risotto preparato in un ristorante, per una serie di ragioni. Tutte giuste e sacrosante, ovviamente. Ma chi non ha mai preparato un risotto in busta alzi la mano.

E allora perché ci dovrebbe scandalizzare il fatto che, in un supermercato del Regno Unito, un noto marchio che già propone ‘spaghetti bolognese' decida di mettere in vendita anche un barattolo di ‘spaghetti carbonara'?

Tutt'altra questione, e questa è seria, è il fenomeno dell"Italian Sounding', cioè l'utilizzo di immagini e marchi che si rifanno all'Italia per commercializzare prodotti che in realtà non hanno niente a che fare con il nostro Paese. Di esempi ce ne sono tantissimi e il catalogo si arricchirà presto con la carbonara in barattolo. Basti pensare agli ‘Spaghetti Meatballs' della Campbell's, l'azienda famosa per i barattoli di zuppa di pomodoro resi famosi da Andy Warhol.

Non è una ricetta italiana, come non è italiana la ricetta della carbonara con panna e pancetta (che purtroppo propongono anche molti ristoranti italiani). Appurato questo, possiamo andare oltre.

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Sono giornalista professionista dal 2015 e mi occupo della cronaca di Roma su Fanpage.it. Ho fatto stage a Repubblica.it, Radio Radicale, ho fondato e diretto la web radio 'Radio Libera Tutti' e sono diventato giornalista pubblicista, nel 2010, collaborando con il settimanale locale 'Velletri Oggi'. Ho frequentato la Scuola di Giornalismo Walter Tobagi/Ifg dell'Università Statale di Milano, ho ricevuto una borsa di studio finanziata da Google per l'eccellenza nel giornalismo e ho vinto il concorso 'Una storia ancora da raccontare: Peppino Impastato', organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo.
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