Perché il Nuovo Ospedale Tiburtino non può rappresentare l’unica soluzione dopo l’incendio a Tivoli
Si torna a parlare del Nuovo Ospedale Tiburtino. Stavolta, più che un'ottimizzazione delle risorse dedicate alla sanità, è una vera e propria esigenza dopo l'incendio che ha coinvolto l'ospedale San Giovani Evangelista di Tivoli. La struttura copriva un bacino di utenza di 300-400mila cittadini e cittadine. La notizia di un imminente avvio dei lavori è emersa ieri, quando il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti, ha riportato le parole del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca: "Ci ha detto che sarà reso operativo l'avvio della procedura nella prossima Giunta regionale".
Ma sembra essere più facile a dirsi, che a farsi. "Ci vorranno comunque almeno 5 o 6 anni – spiega a Fanpage.it Aldo Capobianchi, referente territoriale Asl Roma 2 e Asl Roma 5 della Cgil – Il progetto esiste da anni e servirebbe a potenziare (a prescindere da quanto accaduto nella notte di venerdì scorso) un territorio complesso per quanto riguarda la copertura sanitaria".
Reparti e pazienti trasferiti
Nella zona est, oltre ai cittadini della periferia di Roma, le strutture sanitarie coprono anche i bisogni e le necessità dei residenti a Tivoli e Guidonia, rispettivamente almeno 50mila e 100mila persone. "Dopo l'incendio i pazienti sono stati fatti spostare e seguire in altri centri, da quello di Subiaco a quelli di Palestrina e Colleferro (dove, in quest'ultimo caso, è stato trasferito il reparto di Oncologia, ndr) – continua Capobianchi – Le emergenze virano anche al Casilino, al Pertini e all'Umberto I: non comprendo perché non sia stato indicato anche il policlinico di Tor Vergata, vista la posizione strategica sul territorio".
I lavoratori del settore sanitario: Roma est, un quadrante a rischio
Riguardo alla possibilità di aprire la nuova struttura aggiunge: "Un'ottimizzazione è sempre ben vista, ma occorre agire il prima possibile: secondo il piano regionale l'Umberto I in tempi brevi dovrà essere ristrutturato. L'ospedale di Subiaco, depotenziato, non riesce a fare da filtro alle emergenze. E il pronto soccorso del Pertini è già in condizioni gravi: mancano le sostituzioni per maternità, il personale paramedico lavora già su doppi turni. Sicuramente la costruzione della nuova struttura sanitaria sarà utile, ma è necessario dare l'opportunità agli ospedali di assumere in autonomia affinché si possa garantire la massima efficienza".