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Covid 19

Perché il Lazio sarà in zona arancione da martedì e fino a quando ci resterà: i dati dell’Iss

Con il decreto legge di mercoledì 31 marzo è stato deciso anche che non ci saranno zone gialle fino a fine aprile. Nelle prossime settimane, quindi, il Lazio potrà passare in zona rossa o rimanere in zona arancione. Non è previsto un passaggio in zona gialla, neanche se la curva dei contagi iniziasse a scendere sensibilmente.
A cura di Enrico Tata
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Il Lazio tornerà in zona arancione da martedì 6 aprile, cioè dopo i tre giorni di zona rossa imposti dal governo Draghi per le vacanze di Pasqua. Sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 aprile in tutta Italia, infatti, saranno in vigore le regole più restrittive per limitare la diffusione dei contagi da Covid. Con il decreto legge di mercoledì 31 marzo è stato deciso anche che non ci saranno zone gialle fino a fine aprile. Nelle prossime settimane, quindi, il Lazio potrà passare in zona rossa o rimanere in zona arancione. Non è previsto un passaggio in zona gialla, neanche se la curva dei contagi iniziasse a scendere sensibilmente. Nessuna riapertura di bar e ristoranti in vista, quindi (inteso come servizio al tavolo o al bancone a pranzo e a colazione).

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L'indice Rt sotto quota 1 nel Lazio

L'indice Rt nel Lazio si mantiene, per la seconda settimana consecutiva, a 0.98, sotto la soglia di guardia a quota 1, ma di pochissimo. Significa che la curva dell'epidemia non è in crescita, ma in leggerissimo calo e che quindi nei prossimi giorni ci possiamo aspettare una lieve diminuzione dei contagi. La soglia per passare automaticamente in zona rossa è fissato a 1.25: se il Lazio superasse questa soglia nelle prossime settimane, si rischierebbe la zona rossa.

Il tasso di incidenza nel Lazio

Il tasso di incidenza ogni 100mila abitanti calcolato nei 7 giorni (dal 26 marzo al primo aprile) è pari a 214. A Roma città il tasso è pari a 230 (calcolo nostro) nei sette giorni compresi tra il 27 marzo e il 2 aprile. Questo valore (sia quello regionale, che quello di Roma) è comunque più basso rispetto alla soglia fissata dal governo di 250 casi ogni 100mila abitanti, superata la quale scatta automaticamente la zona rossa per tutta la Regione. A livello locale un presidente di Regione può decidere di istituire zone rosse comunali o provinciali se l'incidenza supera quella soglia. Attenzione, quindi, nelle prossime settimane al tasso di incidenza dei contagi.

Terapie intensive ancora sotto pressione

Un altro parametro per cui il Lazio è considerata dall'Istituto Superiore di Sanità una Regione ad alto impatto dell'epidemia sul sistema sanitario è quello relativo al tasso di occupazione delle terapie intensive. Il valore del Lazio è sopra la soglia critica fissata dal governo al 30 per cento e si attesta, infatti, al 40 per cento con oltre 370 ricoverati. Sopra la soglia critica anche il tasso dei ricoveri nei reparti ordinari di malattie infettive. Secondo le proiezioni dell'Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, il picco dei ricoveri nelle terapie intensive dovrebbe essere stato raggiunto e nei prossimi giorni dovrebbe cominciare un leggerissimo calo.

La circolazione delle varianti del coronavirus

L'ultimo dato da non sottovalutare è quello delle varianti. La zona arancione, infatti, non potrebbe bastare per piegare sensibilmente la curva dei casi giornaliero. Questo perché le varianti brasiliana ed inglese sono più contagiose. Secondo il recente studio del Ministero della Salute, la variante inglese è diffusa all'86 per cento a livello nazionale e al 78 per cento nel Lazio. Questo perché per il restante 22 per cento è in circolazione la variante brasiliana (il Lazio è l'unica regione italiana in cui questa variante, diffusa per il momento soltanto nel centro Italia, sta crescendo). Alla maggiore contagiosità delle varianti, ovviamente, fa da contraltare la campagna di vaccinazione anti Covid: nel Lazio, nello specifico, oltre la metà dei cittadini over 80 ha già ricevuto la seconda dose e ha quindi completato il percorso vaccinale. Nella Regione della Capitale sono state somministrate quasi 1,1 milioni di dosi complessivamente. 

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