Perché il Lazio rischia di tornare in zona arancione
Il Lazio rischia di tornare in zona arancione da lunedì 8 marzo 2021. Occhi puntati, quindi, sul nuovo monitoraggio a cura dell'Istituto Superiore di Sanità che verrà pubblicato venerdì 5. I dati dell'ultima settimana certificano un aumento dei contagi e l'indice Rt, che nella scorsa rilevazione si attestava a 0.92, potrebbe nuovamente tornare sopra la soglia di sicurezza fissata a 1. In crescita anche il tasso di incidenza e preoccupa la diffusione delle varianti inglese e brasiliana, con quest'ultima che si sta lentamente diffondendo nella regione della Capitale (per il momento si rileva solo nel centro Italia). Entrambe sono più contagiose rispetto al ceppo originale del coronavirus. Tuttavia ci sono anche alcuni aspetti positivi nel quadro dell'andamento dell'epidemia: con l'istituzione della zona arancione in provincia di Frosinone, la crescita dei casi in quella zona del Lazio dovrebbe arrestarsi nei prossimi giorni. Inoltre, per il momento, non si assiste a un aumento del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Anzi, continua un lento calo degli ospedalizzati per Covid, almeno per ora.
I dati: perché il Lazio rischia la zona arancione
Tra il 15 e il 21 febbraio nel Lazio sono stati diagnosticati 6.143 nuovi casi di coronavirus. Nella settimana successiva, quella compresa tra il 22 e il 28 febbraio, i contagi sono stati 8.414, cioè circa 2300 in più. Il tasso di incidenza calcolato su questi casi (quanti casi ogni 100mila abitanti in 7 giorni) era a 106 e ora si attesterebbe a 143 (calcolo effettuato da noi). In provincia di Frosinone, secondo i dati elaborati dalla Fondazione Gimbe (settimana 23-2 marzo), il tasso di incidenza era a 268. È evidente, quindi, che nelle altre province del Lazio per il momento il tasso è molto più basso e, inoltre, sembrerebbe che le misure introdotte in Ciociaria (inserita in zona arancione lunedì) riescano a contenere la diffusione del virus. Questa, infatti, la previsione dell'Agenas, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, in merito agli attualmente positivi in provincia di Frosinone:
Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari del Lazio non è in aumento, per ora. Nell'ultima settimana, infatti, i ricoveri ordinari per Covid sono scesi da 1850 a 1831 e quelli in terapia intensiva sono passati da 229 a 226. Il tasso, inoltre, si mantiene ancora ben al di sotto delle soglie critiche fissate al 40 per cento per i reparti ordinari e al 30 per cento per le terapie intensive (nel Lazio attualmente il tasso è rispettivamente al 29 e al 24 per cento).
L'Agenas, inoltre, non prevede aumenti nelle prossime settimane.
Rischio varianti nel Lazio
L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato ieri i risultati della seconda indagine sulla diffusione delle varianti di coronavirus in Italia. Al 18 febbraio scorso la prevalenza della cosiddetta variante inglese era del 54 per cento, con valori che oscillano tra lo 0 e il 93 per cento nelle singole regioni. La diffusione di quella brasiliana è al 4,3 per cento. Dai dati emerge che questa seconda variante ha un epicentro in Umbria, ma si sta espandendo anche nel Lazio e in Toscana. Entrambe le varianti, si ricorda, sono più contagiose rispetto al ceppo originale del virus Sars-Cov-2.
Gli effetti positivi della vaccinazione Covid sugli anziani
Gli ultimi dati elaborati dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio mettono in evidenza gli effetti causati dalla vaccinazione degli anziani. Da inizio febbraio, infatti, si registra una forte riduzione dei contagi nella fascia di età 80-84, il cui tasso di incidenza per 10mila abitanti passa da 13.5 a 8.6. Per quanto riguarda il tasso di incidenza nella fascia over 85, esso scende da 13.9 a 10.5. In calo anche il tasso di mortalità, che passa da 2.13 a 1.54 ogni 10mila abitanti. Il Lazio, ha ricordato l'assessore D'Amato, è la regione italiana che ad oggi ha vaccinato più anziani: nelle scorse ore, infatti, è stata raggiunta quota 140mila over 80 vaccinati.
Le novità nel nuovo Dpcm firmato da Draghi
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il 2 marzo un nuovo Dpcm sulle misure di contrasto alla pandemia da Covid-19. Sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021. Fino al 27 marzo è stato prorogato il divieto di spostamento tra regioni. Per quanto riguarda la scuola, i presidenti delle regioni in zona gialla o arancione potranno disporre la sospensione delle attività didattiche nelle zone in cui siano state adottate misure più stringenti per la circolazione delle varianti, nelle zone con più di 250 contagi ogni 100mila abitanti in 7 giorni e nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento dell'epidemia.
Nelle zone gialle, confermata la possibilità per i musei di aprire nei giorni feriali. Dal 27 marzo, questa è una novità, si potrà aprire anche il sabato e la domenica (e in generale nei giorni festivi). Inoltre dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, potranno riaprire teatri e cinema, ma la capienza non potrà superare il 25 per cento di quella massima (fino a 400 spettatori all'aperto e 200 al chiuso). Per quanto riguarda i bar, è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18.