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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Perché c’è chi crede davvero alla santona di Trevignano Gisella Cardia

Perché nonostante le numerose evidenze molti fedeli continuano a chiedere alla veggente Gisella Cardia.
A cura di Anna Vagli
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Gisella Cardia, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla, è la veggente che da oltre un mese è tornata a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica. Non solo quella dei fedeli. La donna, cinquantatreenne ed ex imprenditrice, da anni dichiara di parlare regolarmente con la Madonna. Nel dettaglio, racconta di incontrarla alle tre del pomeriggio di ogni tre di ogni mese. Stando alle sue dichiarazioni, la Vergine Maria le affiderebbe di volta in volta il compito di divulgare messaggi per l’umanità. Ma non soltanto. La Scarpulla avrebbe addirittura visto piangere la Madonna lacrime di sangue. E proprio il desiderio che si ripeta il miracolo, spinge un numero sempre crescente di persone a recarsi a Trevignano, paese che si affaccia sul lago di Braccino.

Molte le persone che oggi accusano la santona di averle truffate. Lei intanto asserisce di aver addirittura moltiplicato la pizza e gli gnocchi. Forse i più, leggendo queste righe si chiederanno come sia possibile che migliaia di donne e uomini seguano da anni la santona siciliana. Che si è persino arrogata la facoltà di moltiplicare il cibo. Del resto, siamo nel 2023. È plausibile che ancora ci siano persone che riescono a farsi abbindolare da affermazioni di simile portata? Andiamo con ordine.

Gisella è un’abile manipolatrice? O è solamente questione di fede? Sicuramente la signora Cardia è stata in grado negli anni di irretire schiere di adepti pronti a sposare la sua causa. Utilizzando leve emotive proprie solo dei leader carismatici. La veggente ha nei fatti accentrato su di sé la devozione, richiedendo ai suoi seguaci ubbidienza quasi assoluta e indiscutibile. Come del resto avviene in tutti i fenomeni settari e nelle dinamiche che vi ruotano attorno. Sostanzialmente, un abuso della fragilità e della vulnerabilità altrui. Il susseguirsi degli eventi non lascia spazio ad altre considerazioni.

Bisogna precisare che astrattamente non esiste un target ideale di persone inclini ad aderire a condizionamenti religiosi. Il profilo delle vittime è trasversale, sia dal punto di vista sociale che da quello culturale. Ma è comunque possibile rinvenire una diversa natura delle motivazioni che spingono le stesse persone a credere a dettami come quelli professati da Gisella.

Alcuni soggetti hanno ragioni pregnanti, come un grave problema da risolvere. Oppure hanno a casa una persona gravemente malata che può essere guarita solamente con un miracolo. Motivi che quindi li inducono ad appellarsi a qualcosa di soprannaturale. Nella speranza di trovare un punto di vista nuovo per elaborare le proprie difficoltà. Insomma, una questione di fidarsi ed affidarsi per coloro i quali percepiscono intorno a se solitudine e indifferenza.

Proprio per questo una realtà come quella di Trevignano Romano costituisce fonte di fiducia e speranza che, in qualche modo, le cose possano cambiare.  Ma c’è anche chi è attratto da queste storie perché è in cerca di quello che possiamo definire plauso sociale. E trova in simili narrazioni un gruppo nel quale riconoscersi ed essere valorizzato.

In ultimo, chiaramente, ci sono anche vere e proprie questioni religiose. Fedeli per qualsiasi ragione smarriti che cercano nuova linfa e nuove conferme spirituali. Spesso accompagnate dal desiderio di assistere in prima persona a fenomeni divini. Facendo un tuffo nel passato, era il 13 ottobre 1917 quando, migliaia di persone – credenti e non – sostennero di aver assistito in Portogallo al cosiddetto "miracolo del sole". Pochi mesi dopo le rivelazioni della Madonna di Fatima.

Per quest’ultima categoria, infatti, non costituisce un deterrente che le rivelazioni siano effettuate a persone non consacrate come Gisella. Difatti, è noto come nel tempo le profezie private siano state prima accettate e poi riconosciute dalla Chiesa Cattolica. Con tempistiche dilatate e modalità sempre differenti. Di conseguenza, partendo da questo assunto, non è difficile comprendere il perché della crescente partecipazione alle diverse sedute di preghiera. O, ancor peggio, la scelta di alcuni fedeli di rilasciare cospicue somme di denaro al santone di turno. È infatti intimo il convincimento che “magari la Chiesa riconoscerà le apparizioni in un secondo momento”.

La storia anche in questo senso si ripete. Basti pensare a Medjugorje, le cui apparizioni non sono ancora state formalmente validate dalla Santa Sede. Eppure, da anni, irretiscono milioni di visitatori. Tornando ancora più indietro nel tempo, è possibile richiamarsi alle apparizioni di Fatima verificatesi nel 1917 a tre pastorelli in Portogallo. La Chiesa in quell'occasione dichiarò le apparizione degne di fede, e quindi in concreto ne autorizzò il culto, solamente tredici anni dopo.

In aggiunta, a lasciare aperta la veridicità delle apparizioni, contribuisce la genericità dei messaggi e delle presunte parole dalla Madonna. Tutte affermazioni imprecise che in concreto non possono essere verificate. Lasciando così ampio margine per essere empiricamente credute.

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