video suggerito
video suggerito

Percettori contro il Governo: “In cantiere mi sono spaccato la schiena, senza reddito non mangiamo”

Il 20 dicembre a Roma è stato organizzato un presidio dei Comitati di difesa del reddito di cittadinanza contro la manovra del Governo. Percettori, sindacati, associazioni e spazi sociali che hanno annunciato un 2023 di mobilitazioni per scongiurare quello che si preannuncia come un dramma sociale.
A cura di Natascia Grbic
187 CONDIVISIONI
Immagine

"Ho sessantatré anni, fisicamente non sto messo bene per lavori fatti in passato. Ho lavorato nei cantieri e ho la schiena lesionata, una forma di artrosi deformante che mi piega la colonna vertebrale. A casa siamo quattro persone, io, mia moglie, mia figlia e mia nipote. Togliere il reddito di cittadinanza creerà un dramma sociale che toglierà il futuro a milioni di persone". Luciano è un uomo che per anni ha lavorato duramente, spesso senza contratto o sottopagato. Prende il reddito di cittadinanza, che gli ha dato finora la possibilità di avere un po' di respiro e poter mettere insieme il pranzo con la cena. Ieri ha partecipato al presidio lanciato dai neonati Comitati per la difesa del reddito davanti il ministero del Lavoro: una pluralità di soggetti, percettori, sindacati e associazioni che hanno protestato mentre era in discussione la manovra per la legge di Bilancio 2023.

Una manovra che nella notte ha modificato in senso ancora più stretto il reddito di cittadinanza, eliminando la parola ‘congrua' riguardo le offerte di lavoro. A un percettore potrà così essere proposto anche un impiego con una retribuzione non adeguata o dall'altra parte dell'Italia rispetto a dove risiede: nel caso rifiuti, il reddito gli sarà tolto e non potrà più usufruirne.

"È una legge che incentiva lo sfruttamento sul lavoro – continua Luciano, che fa parte dei Blocchi Precari Metropolitani – Quello che vogliamo è un lavoro serio che ci dia il diritto a una vita non dico agiata, ma almeno tranquilla. Che ci consenta di pagare le bollette e l'affitto, di fare la spesa e pagare tutto, anche i vestiti e le scarpe se c'è bisogno di cambiarli. La manovra va rivista, perché porterà solo povertà e disagio sociale".

"Abbiamo scelto la giornata di discussione della manovra per lanciare i comitati in difesa del reddito in modo da dare un segnale forte al governo: il 2023 sarà un anno di lotta – spiega Emanuele De Luca, delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario – Stanno attaccando già da ora la legge sul reddito di cittadinanza, e gli effetti li vedremo nel 2023. Siamo scesi in piazza non solo per difendere questa legge, che nonostante abbia aiutato milioni di persone a uscire dalla povertà assoluta ha vari limiti, ma per dire che vogliamo molto più del reddito, che al momento tiene fuori troppe persone. Sono molti i percettori che hanno preso parte al presidio e hanno raccontato la realtà del lavoro, fatto di nero e salari da fame anche all'interno dei contratti nazionali. Gli stessi percettori che vengono attaccati ogni giorno con parole ignobili da chi non ha la minima idea di cosa sia fare lavori massacranti e pagati una miseria. Il reddito è una misura che serve a dare anche una spinta ai salari, che nel nostro paese sono bassissimi, e fermi al palo da vent'anni. Il prossimo venti gennaio è in programma un'altra mobilitazione, un grosso appuntamento pubblico per prepararci a un 2023 di lotta in difesa del reddito e per un salario degno".

C'è poi un altro problema: quello dell'aumento dei prezzi, dai beni di prima necessità, alle bollette agli affitti. Persino chi ha uno stipendio dignitoso non riesce a far fronte all'incremento delle spese. Figuriamoci chi è povero o ha un salario così basso da permettergli a malapena di pagare l'affitto.

"La cancellazione del reddito di cittadinanza rischia di avere ricadute enormi sulla vita degli attuali percettori, perché si aggiunge ad un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di prima necessità e degli affitti – dichiara Pasquale, dell'associazione Nonna Roma – È un enorme passo indietro nella garanzia dei diritti sociali. Sappiamo e vediamo che senza il pur minimo ausilio del reddito il sistema non può reggere. L'area della povertà è in crescita costante e anche chi lavora spesso non ne esce. Assistiamo anche ad un raggelante aumento degli sfratti a fronte dei quali i servizi non hanno strumenti. Davanti a questo disastro disperante, proprio quando sarebbe urgentissimo rilanciare gli interventi di protezione e promozione sociale, il governo sembra vivere da un'altra parte e infatti taglia la spesa in favore delle persone in difficoltà e le abbandona alla disoccupazione o al lavoro povero e precario".

"Con la costituzione dei comitati apriamo la strada alla costruzione di un blocco sociale di opposizione. Occorre una convergenza di tutte le forze attive a tutela dei diritti sociali, che reggano l'urto di quanto succederà tra qualche mese sostenendo le persone e che insieme si facciano carico di proporre il disegno di una società più giusta. Contrapponiamo una piattaforma di solidarietà, inclusione e giustizia sociale all'orizzonte di marginalità e lavoro povero che questo governo ci sta prospettando".

187 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views