Per sfrattare un finanziere arriva la celere: ma il Comune di Roma aveva chiesto lo stop

Un finanziere e la sua famiglia sono stati sfrattati questa mattina dal loro appartamento di Collina delle Muse a Roma. Una vicenda paradossale, dato che era stata emanata una legge proroga proprio per bloccare gli sfratti degli appartenenti alle forze dell'ordine dagli appartamenti che erano stati assegnati loro dopo aver partecipato a un bando della prefettura che metteva a disposizione alloggi con affitti calmierati. Non solo: lo sfratto è stato eseguito nonostante il Comune di Roma abbia approvato una delibera per revocare il diritto di superficie alla società Boccea immobiliare. Quest'ultima, nonostante abbia costruito in piano di zona con contributi pubblici, vuole vendere quelle case a prezzo di mercato. E, per farlo, deve sfrattare i suoi inquilini, in questo caso appartenenti alle forze dell'ordine.
In totale sono quasi cinquanta le famiglie di appartenenti a forze dell'ordine – carabinieri, poliziotti e finanzieri – che abitano negli alloggi popolari di Montespaccato. Tutte sono sotto sfratto. La situazione è ben nota a Comune e Regione, ma anche in Parlamento. E, nonostante l'appoggio delle istituzioni e il blocco degli sfratti, questa mattina un ingente dispiegamento di forze dell'ordine si è recato sotto casa dell'uomo per farlo uscire dall'appartamento. Il finanziere, nel vedere tutti quei mezzi sotto casa, si è sentito male. Increduli anche i residenti della zona, che hanno pensato si stesse procedendo a un arresto più che a uno sfratto.
"Sono arrivati in forze alle 7.00 di mattina per eseguire lo sfratto per finita locazione di uno degli inquilini del piano di zona di Boccea appartenente alle forze dell'ordine – la nota di Asia Usb – Questo a difesa di una società che in diritto di superficie ha costruito gli alloggi in violazione della legge sull'edilizia pubblica agevolata e ha applicato per anni canoni più alti. Questo nonostante in consiglio comunale sia stata presentata da esponenti della maggioranza una proposta di revoca della concessione. Tutto avviene nell'indifferenza degli Uffici dell'urbanistica di Roma, del Ministero delle Infrastrutture, della Prefettura di Roma che, ciascuno per le proprie responsabilità, non hanno attuato i controlli e applicato le sanzioni previste dalla legge. L'interesse della rendita prima di tutto anche quando si tratta di edilizia pubblica. Asia-Usb denuncia l'indifferenza delle istituzioni, indifferenza complice che permette alla speculazione di farla da padrone, e solidarizza con chi ne è vittima e subisce la vergogna dello sfratto".