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Paula morta nell’attesa di un’ambulanza per quasi 3 ore, nuove indagini per capire se poteva salvarsi

La Gip Maddalena Cipriani ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Attilio Pisani per la morte della 29enne Paula Onofrei ed ha chiesto tre mesi di ulteriori indagini sulla vicenda. Per la famiglia Onofrei la ragazza si sarebbe potuta salvare se soccorsa tempestivamente.
A cura di Simona Berterame
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Non è ancora stata messa la parola fine per il procedimento sulla morte di Paula Onofrei, la 29enne di Casalotti (Roma) morta il 23 luglio 2022 per uno shock settico provocato da un'ulcera duodenale perforata dopo aver atteso per quasi tre ore l'arrivo di un'ambulanza. Il pm Attilio Pisani aveva presentato una richiesta di archiviazione a fine 2023 ma la Gip Maddalena Cipriani oggi l'ha respinta, chiedendo un supplemento di indagini.

La vicenda

Due giorni prima della sua morte Paula si reca al pronto soccorso perché non si sente bene. Ma dopo ore ed ore di attesa in sala di aspetto torna a casa. La mattina del 23 luglio le sue condizioni di salute precipitano e Paula chiede alla sorella minore Rebecca di chiamare l'ambulanza. Le due ragazze sono da sole in casa perché i loro genitori si trovano in Romania per fare visita a dei parenti. Rebecca ha appena 18 anni, non ha ancora la patente e si attiva subito per aiutare la sorella chiamando i soccorsi. Chiama quattro volte il 118 e le telefonate sono sempre più disperate perché Paula continuava a peggiorare sempre di più. "Mi dicevano di aspettare e che l'ambulanza sarebbe arrivata – racconta Rebecca –  ma Paula continuava a peggiorare e io chiedevo disperatamente aiuto, ho detto agli operatori che non sentiva più la lingua e che era diventata viola. Loro mi dicevano di aspettare i soccorsi". Il personale sanitario composto da medici e infermieri arriva soltanto alle 15.40, dopo due ore e 37 minuti dalla prima chiamata. Per Paula a quel punto non c'è più nulla da fare e dopo alcuni tentativi di rianimarla viene dichiarato il decesso.

Nuove indagini

Una vittoria per la famiglia Onofrei, che da sempre afferma che la ragazza si sarebbe potuta salvare se l'ambulanza non fosse arrivata dopo quasi tre ore di attesa. Nell'opposizione presentata dal legale della famiglia, venivano evidenziati infatti tre elementi che non sarebbero stati inseriti nel fascicolo d'indagine: le telefonate tra Rebecca (la sorella di Paula) e il 118 (presenti secondo la difesa ma non inserite nel faldone d'indagine), la disposizione delle ambulanze sul territorio romano nella giornata del 23 luglio 2022 e un'analisi della preparazione degli addetti al 118 che quel giorno, in presenza di sintomi gravi ed evidenti dell'ulcera duodenale, non hanno sollecitato l'ambulanza e non hanno detto a Rebecca di raggiungere in qualsiasi altro modo l'ospedale. Rimarcando proprio le lacune evidenziate dalla difesa di Paula, la Gip oggi ha disposto un supplemento di indagini di tre mesi per accertare "quali fossero le probabilità di vita della Onofrei con un soccorso tempestivo e il corretto comportamento degli operatori che arrivano a prestare soccorso alle ore 15.40″.

Non ha tardato ad arrivare la reazione degli avvocati. "Il giudice ha confermato la presenza di gravi lacune nella consulenza tecnica ed ha imposto un supplemento istruttorio che servirà a dimostrare le nostre ipotesi sulla possibilità di sopravvivenza di Paula in caso di tempestivo soccorso e soprattutto per accertare che cosa abbiamo fatto gli operatori che sono giunti sul posto prima del decesso", ha aggiunto l'avvocato della famiglia Onofrei Aurelio Padovani.

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