Patricia uccisa dai cani dell’ex: “È entrata di notte scavalcando, non avrebbe dovuto essere lì”
"Il mio assistito è disperato, soffre moltissimo per la morte della ragazza. Lui e Patricia si conoscevano, avevano avuto una relazione terminata la scorsa estate e non la vedeva da mesi. Non sa spiegarsi perché quella notte abbia provato a entrare in casa sua: lei sapeva che c'erano i cani, li conosceva, ma una persona che entra scavalcando il cancello alle tre di notte è chiaro che avrebbe provocato una loro reazione. Aspettiamo i risultati dell'autopsia per fare chiarezza, sperando che ci diano delle risposte, anche sullo stato in cui si trovava quella sera". A parlare, in un'intervista a Fanpage.it, è Stefano Sabatino, l'avvocato di L. D., il proprietario dei cani che hanno ucciso la 27enne Patricia Masithela nel cortile di una villetta in via Piccarello a Latina. Il 40enne è accusato di omicidio colposo: gli animali, due mix corso/pittbull adulti e i loro tre cuccioli, erano suoi. Così come la villetta di via Piccarello, dove è avvenuta la tragedia.
Il 40enne non abitava più in quella villa da tempo. Nel giardino però, chiuso da un cancello, c'erano i suoi due cani insieme ai tre cuccioli di cinque mesi. "La casa era disabitata, le utenze erano staccate – spiega Sabatino – cosa che rende ancora più inspiegabile la presenza della donna lì quella notte. Non aveva nessun appuntamento con il mio assistito, davvero non capiamo cosa l'abbia portata a scavalcare il cancello ed entrare nel giardino. Non sappiamo cosa abbia innescato la reazione dei cani, che erano a guardia della proprietà proprio per scongiurare l'ingresso di intrusi. Forse è stata la presenza dei cuccioli che ha scatenato la reazione della femmina, oppure dato che era notte hanno avvertito un pericolo vedendo una sagoma entrare nella proprietà. Perché lei, nonostante gli animali, sia entrata scavalcando in un posto dove non c'era nessuno, non sappiamo spiegarcelo".
Patricia Masithela, 27 anni, madre di un bambino di cinque, quei cani li conosceva. Così come conosceva L. D., con il quale aveva avuto una storia. Eppure gli animali l'hanno attaccata, uccidendola a morsi. Le sue urla hanno richiamato l'attenzione dei vicini, che hanno dato l'allarme: il primo a intervenire è stato un poliziotto, che dopo aver sparato in aria ha ucciso uno dei molossi. Per Patricia però, ormai in una pozza di sangue, era troppo tardi. La ragazza è morta poco dopo all'ospedale Santa Maria Goretti di Latina a causa della gravità delle ferite riportate.
"Nei prossimi giorni avanzeremo una richiesta per essere ascoltati dal pubblico ministero, ci mettiamo completamente a disposizione per collaborare – continua il legale – Sono state dette delle cose inesatte in questi giorni, come che il mio assistito si sarebbe andato a costituire dopo che non si era fatto trovare. Lui ha appreso quello che è successo dai social, era sconvolto, addoloratissimo per Patricia, piangeva, non era lucido. Quando mi ha chiamato siamo andati dalle forze dell'ordine, non c'è stata nessuna mancata assunzione di responsabilità da parte sua, solo un grosso shock".
Venerdì sarà eseguita l'autopsia sul corpo della ragazza, anche se non sembrano esserci dubbi sulle cause della morte. "Importante sarà anche sapere in che stato fosse la giovane quella sera e quanto tempo è passato dall'attacco dei cani ai soccorsi – conclude l'avvocato – Una cosa è certa: questa è una tragedia enorme e rimane il dolore per la perdita di una giovane vita. Ma la ragazza non avrebbe dovuto essere lì".