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Partite di calcetto vietate: “Continuiamo a giocare questo è l’escamotage usato dai centri sportivi”

L’ultimo Dpcm vieta tutti gli sport di contatto che vengono svolti in modo amatoriale. Ma se si fa parte di una associazione o società sportiva che appartiene al CONI si può continuare. Queste infatti svolgono attività sportiva in modo continuativo e con l’obiettivo di partecipare a competizioni. Tra i gestori c’è però chi non rinuncia al calcetto tra privati, ricorrendo all’escamotage dell’iscrizione sul posto a un ente di promozione sportiva. Ma con il rischio che il centro sportiva venga chiuso.
A cura di Alessandro Rosi
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Il nuovo Dpcm del Governo Conte vieta "tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale", ma non se svolte da chi fa parte di "associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)". Calcetto, basket, rugby e tutti gli altri sport di contatto sono quindi vietati se svolti in modo occasionale.

Le associazioni e società sportive dilettantistiche sono tutte quelle che svolgono attività sportiva in maniera continuativa e che hanno intenzione di partecipare a gare o competizioni. Per affiliarsi al CONI, prima devono essere iscritte a un ente di promozione sportiva (CSI, OPES, UISP e così via) o a una Federazione Sportiva riconosciuta dal CONI: solo allora potranno essere iscritte nel relativo registro. Con questo passaggio si riconosce che la loro attività sportiva è continuativa e importante per il movimento sportivo italiano nel suo complesso.

L’escamotage dell’iscrizione sul posto a un ente di promozione sportiva

Per continuare ad affittare i campi ai privati, alcuni centri sportivi sportivi stanno chiedendo alle persone che vogliono giocare di iscriversi a un ente di promozione sportiva. Basta arrivare al campo, compilare un foglio con i propri dati, pagare il tesseramento (che ha spesso un costo intorno ai 5€) e poi il centro provvede a iscrivere direttamente le persone. "È un escamotage", commentano dal centro sportivo Grifone –. Se arriva la Polizia Locale per un controllo può contestare che manca la prova della continuità dell'attività sportiva, che invece viene svolta in quel caso solo in modo occasionale. Le interpretazioni possono essere diverse. Il rischio è una sanzione e la chiusura dell'attività". Così il Grifone ha chiuso al calcetto tra privati. "Ci mancherà circa il 30% dell'indotto, che arriva anche al 40% se contiamo quello che guadagnavamo con i consumi dal bar".

I tornei di calcetto proseguono

Diverso è il discorso dei tornei all’interno dei centri sportivi. Qui le persone sono iscritte e non è un contatto occasionale, sono sempre le stesse che si sfidano nell'ambito di una competizione che dura nel corso dell'anno. “Noi proseguiamo con i tornei", spiegano dal Scuola Calcio di Roma "Il Grifone". "Sono competizioni che vanno avanti nel tempo e dove c’è continuità”. È chiaro quindi l’intento del Governo: quello di evitare contatti tra persone che non si conoscono per limitare al massimo le opportunità di contagio. Ma lo sport continua.

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