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Partita finisce male, calciatore si scaglia contro l’arbitro e gli rompe un braccio: “Non era fallo”

Ieri l’udienza del processo per lesioni. Il calciatore, ascoltato dal pm, ha dichiarato: “L’ho fatto perché secondo me ha preso la decisione sbagliata”.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Secondo lui il fallo segnalato dall'arbitro, con tanto di cartellino giallo, non c'era. Così un giocatore sessantenne di calciotto si è scagliato contro l'arbitro, prima insultandolo, poi aggredendolo. "Cambia lavoro", gli ha urlato prima di tirargli un calcio sul braccio sinistro rompendoglielo e causando all'arbitro 34 giorni di ospedale: prima di tornare in campo ci sono voluti due mesi.

La vicenda, che risale al 2018, durante il torneo Pezzana, il più antico della capitale per le squadre di calciotto, è finita in tribunale dove il giocatore è imputato per lesioni, come riporta il Corriere della Sera.

Cosa è successo

È il 20 febbraio del 2018, nel campo del Circolo Flaminia in via dei Due Ponti si sta disputando la partita fra Wes Ham e Psg per il torneo Pezzana di calciotto. Il match di andata è finito 6 a zero per per il West Ham, è quasi finito il primo tempo di quello di ritorno. È in quegli ultimi minuti prima dell'intervallo che l'arbitro segnala un fallo per un centrocampista, oggi sessantenne, del West Ham, G.B.: superato da un giocatore della squadra avversaria, l'avrebbe steso dopo il dribbling. Oltre al fischio, gli arriva anche un cartellino giallo. Il giocatore protesta e poi aggredisce l'arbitro. Espulso dal campo, rientra negli spogliatoi, senza assistere al resto della partita.

L'udienza del processo per lesioni

Per quanto accaduto, il giocatore, che oggi ha sessanta anni, è accusato di lesioni. A cinque anni dai fatti, nella giornata di ieri, si è tenuta una delle udienze del processo. "L'ho fatto perché secondo me la sua era una decisione sbagliata", ha spiegato il giocatore accusato di lesioni rispondendo al pm, già noto alle forze dell'ordine per precedenti per spaccio.

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