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Parrucchiere delle dive ucciso a Los Angeles: i killer condannati all’ergastolo e a 16 anni

Gli esecutori materialli dell’omicidio di Fabio Sementilli sono stati condannati all’ergastolo e a 16 anni di carcere. A processo anche la moglie della vittima, che il pm ritienre la mente del delitto, ma che si dichiara “non colpevole”.
A cura di Alessia Rabbai
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Fabio Sementilli (Foto Facebook)
Fabio Sementilli (Foto Facebook)

Condanne arrivate per i killer di Fabio Sementilli, il parrucchiere delle dive ucciso a coltellate nella sua villa di Los Angeles il 23 gennaio del 2017. Originario di Ceprano, in provincia di Frosinone, il professionista è volato Oltreoceno con una fiorente carriera. La sentenza della giuria di Los Angeles è arrivata per i due esecutori materiali del delitto: Robert Louis Baker è stato condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata, mentre il complice Christopher Austin a sedici anni di carcere.

Le condanne per i killer di Fabio Sementilli

Come riporta Il Messaggero Baker, sessantadue anni, si è dichiarato colpevole di omicidio di primo grado e cospirazione per commettere un omicidio. Ha ammesso le accuse di omicidio per "guadagno finanziario e omicidio in agguato". Austin, trentanove anni, è stato arrestato alla fine del 2024 e si è dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado. Ha inoltre accettato di testimoniare in merito all'accaduto per una pena a sedici anni al posto dell'ergastolo, come da normativa normativa americana.

A processo anche la moglie, per il pm "la mente dietro al delitto"

Questo per quanto riguarda gli esecutori del delitto. Per il pubblico ministero la mente dietro all'omicidio sarebbe la moglie di Sementilli, Monica Crescentini, anche lei imputata. I giurati avrebbero scoperto comportamenti che hanno definito bugie e inganno e la manipolazione". Secondo quanto ricostruito dalla polizia la donna, il giorno in cui Sementilli è stato ucciso a coltellate nella villa di Los Angeles dove la coppia viveva, era era uscita per fare compere.

Avrebbe aspettato che la figlia tornasse a casa e trovasse il padre morto. Solo allora sarebbe tornata per poi interessarsi ai suoi conti. La donna è finita a processo e dovrà rispondere delle accuse a suo carico. Per l'avvocato difensore "Monica non ha nulla a che fare con la pianificazione o l'omicidio di suo marito". La donna in merito ai fatti si dichiara "Non colpevole".

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