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Parla una delle presunte vittime di Ubaldo Manuali: “Mi da dato del vino, poi non ricordo nulla”

Stefania Loizzi racconta alla Repubblica di essere una delle presunte vittime di Ubaldo Manuali, accusato di violenza sessuale e diffusione di materiale porno: “Mi ha dato del vino, non ricordo più nulla”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Non ho paura di metterci la faccia, Ubaldo mi ha offerto del vino e non ricordo più nulla". A parlare è Stefania Loizzi, una delle vittime dei presunti stupri di cui è accusato il netturbino cinquantenne Ubaldo Manuali. Arrestato e in carcere, è accusato di aver adescato via social, drogato e stuprato delle donne, per poi filmarle e fotografarle mentre erano incoscienti, inviando foto e video agli amici. Intervistata dalla Repubblica, Stefania ha raccontato la sua esperienza. L'approccio su Facebook: "Mi ha chiesto l’amicizia a fine 2020, avevamo un’amica. Abbiamo inziato a parlare e ci siamo scambiati i numeri.

Poi è cominciata la frequentazione, la prima volta che si sono visti le ha portato rosari e santini: "Ci vedevamo sempre fuori casa, lui faceva delle foto anche se io non volevo. Mi ha detto che gli interessavo come persona, gli ho risposto che potevamo essere solo amici". I due non si sono più visti per mesi. La sera del 14 gennaio scorso, continua Stefania, l'ha chiamata: "Mi ha detto che passava a prendermi per cenare a casa sua, poi ha portato la cena da me. Abbiamo fatto un brindisi con il prosecco, ricordo solo di essere andata in cucina a prendere le patate poi il buio".

Stefania ha poi spiegato di essersi risvegliata di notte nel letto e di esserselo ritrovato accanto: "Mi ha detto che mi ero sentita male, ero senza pantaloni. Sono andata dal medico, che mi ha consegnato un foglio urgente per il pronto soccorso, nel mio sangue c'era la droga dello stupro. Allora ho capito che mi aveva violentata".

Un'altra ragazza adescata a Fanpage: "La mia diffidenza mi ha salvata"

Partendo dal presupposto della presunzione d'innocenza e ricordando al lettore che Ubaldo Manuali è innocente fino al terzo grado di giudizio, ora destinatario di una misura cautelare temporanea, anche Fanpage.it ha raccolto una testimonianza e ha raccontato la storia di Irene. La quarantenne ha spiegato di averlo incrociato ad evento e che alcuni giorni dopo lui l'avrebbe aggiunta su Facebook e anche a lei è arrivata la richiesta di uscire insieme.

"Non mi sono fidata, sono sempre molto cauta sulle persone che non conosco, soprattutto quelle che mi contattano tramite social. Non lo ritengo un modo sano d'approccio, soprattutto pensando a tutto ciò che accade oggi alle donne, non mi sono sentito sicura". Irene ha spiegato come si è sentita quando ha saputo di ciò che è accusato: "Mi sono venuti i brividi pensando che se avessi accettato sarei potuta anche io essere tra le donne finite nella sua rete. Mi sento immensamente grata".

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