Parla la fidanzata di Gabriele Bianchi che rischia l’ergastolo: “Gli credo, è innocente”
"Credo a quello che mi ha detto Gabriele, che non ha colpito lui Willy Monteiro". Sono le parole della compagna di uno dei fratelli Bianchi, Silvia Ladaga. A Repubblica ha spiegato: "Due anni fa dissi che se Gabriele avesse sbagliato avrebbe dovuto pagare. Oggi sono convinta della sua innocenza, ho intenzione di restargli accanto". Ieri Silvia era tra i presenti nell'aula della Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone, in occasione della requisitoria dei pubblici ministeri Francesco Brando e Giovanni Taglialatela, che hanno chiesto al giudice l'ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Entrambi sono infatti accusati di aver massacrato di botte e ucciso il ventunenne che "è morto per lucida follia del branco". Una richiesta che la donna si aspettava, spiega, ha tenuto il suo sguardo fisso sul compagno per rassicurarlo per tutta la durata della seduta.
La notte del 6 settembre 2020 in cui a Colleferro sono accaduti i drammatici fatti che hanno portato al delitto del ventunenne di Paliano, la compagna di Gabriele, che era incinta, aveva cenato insieme ai due fratelli Bianchi ed altri amici a Velletri e poi si è spostata ad Artena. È venuta a conoscenza dell'omicidio di Willy quando ha visto arrivare i carabinieri. Silvia Ladaga è figlia di un esponente di Forza Italia di Velletri e si è candidata alle regionali 2018. Ieri in aula tra gli altri erano presenti anche la mamma di Willy. L'accusa non ha dubbi: quello di Willy Monteiro è stato un omicidio doloso, volontario e non preterintenzionale. Per gli altri imputati a processo per l'uccisione del giovane Mario Pincarelli, in carcere e Francesco Belleggia, attualmente ai domiciliari, gli inquirenti hanno chiesto una condanna a 24 anni di reclusione.
"Willy preso a calci per 50 interminabili secondi"
Nella requisitoria i pm hanno spiegato chiaramente che: "Tutta la superficie del capo è attraversata da contusioni e tracce di percosse". Botte hanno provocato "infiltrazioni emorragiche nel cuore, nei polmoni, nella milza e nel fegato. Non c'è una parte del corpo che non fosse interessata da traumi". Willy, continuano "è caduto a terra ed è stato preso a calci e pugni per 50 eterni secondi ed è morto". Il corpo martoriato di Willy, pestato e ucciso "è un corpo che parla", secondo i pm. Ci sono cinque lacerazioni sul cadavere, provocato da un colpo dall'"energia tremenda". "Mentre uno gli schiacciava il diaframma, due lo pestavano". Dai risultati dell'esame del medico legale, si emerge "la furia che si è scatenata sul corpo di Willy, come fosse un sacco di pugilato".